Primi mal di gola in arrivo: no all’abuso di antibiotici
Dagli Usa in Italia l’allarme dei medici: se ne prescrivono troppi.
Malattie di stagione/ Dagli Usa in Italia l’allarme dei medici: se ne prescrivono troppi. E dilagano le cure ”fai da te”
OMA - L’allarme è stato lanciato dall’Associazione dei medici americani: troppi antibiotici per curare il mal di gola. In Usa, a 90 pazienti su cento che consultano un medico per forti faringiti, vengono, infatti, consigliati questi farmaci. L’indagine, firmata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e pubblicata dalla rivista scientifica Jama, fa da monito per i camici bianchi americani che stanno rivedendo le strategie di cura. Il pericolo: resistenza agli antibiotici. E la conseguente necessità, in un eventuale secondo episodio, di affidarsi a sostanze sempre più forti.
L’allarme in Italia arriva da una rivista per addetti ai lavori, "Il Farmacista". Proprio nel momento in cui il termometro si abbassa e compaiono i primi mali di stagione. Gola infiammata in testa. Lo studio americano disegna una situazione non distante dalla nostra. Qui l’abitudine all’autoprescrizione (anche degli antibiotici) e l’eccessiva facilità di prescrizione stanno diventando un fenomeno da controllare come hanno fatto, per due anni, i ricercatori americani. Monitorando le ricette per una settimana al mese. Così il professor Randal Stafford conclude il lavoro della sua équipe: «La soluzione migliore del problema sarebbe quella di consigliare ai medici come educare i loro pazienti all’uso corretto degli antibiotici».
Via percorribile? Oltreoceano hanno delle serie difficoltà e, anche da noi, non sembra andare meglio. «Tantissimi pazienti - spiega Antonino Sciuto otorino all’università "La Sapienza" di Roma - insistono per avere un antibiotico appena hanno i primi fastidi alla gola. Chiedono farmaci potenti per combattere subito la malattia. L’antibiotico va prescritto, nelle persone che non hanno particolari problemi di salute, solo se c’è anche la febbre. E in caso di tonsillite accertata. Spesso si tratta di irritazioni alla gola che spontaneamente vanno verso la guarigione. Anche in caso di rialzo della temperatura si possono aspettare un paio di giorni prima di prescrivere questi farmaci».
Sembrano essere le mamme le più tenaci sostenitrici di una terapia antibiotica al primo attacco di gola arrossata. Eppure, anche per i bambini, la presenza della febbre sembra essere l’elemento che fa decidere per una terapia o un’altra. «Meglio aspettare 24-48 ore - consiglia Paola Falconieri della clinica Pediatrica dell’università "La Sapienza" di Roma - a meno che il bambino non abbia particolari patologie respiratorie. Solo il medico può essere in grado di decidere. Anche perché, sotto i sei anni, è difficile comunicare con il piccolo e capire qual è l’entità della malattia. Si può iniziare con un antipiretico e poi, semmai, cambiare cura. Ricordarsi, dettaglio che viene considerato marginale ed invece è fondamentale, che i piccoli non sanno soffiare con il naso. Questo complica ulteriormente le cose. Occorre sempre lavare il naso per liberare tutte le vie respiratorie e non far seccare la gola». Avvertenze per grandi e piccoli: tanta acqua, gelati, yogurt e piatti tiepidi. Al bando riso e minestrine bollenti.
Per chi vuole seguire la via alternativa Roberto Suozzi, medico presidente dell’Accademia di fitomedicina e scienze naturali suggerisce l’echinacea dalle proprietà antinfiammatorie e i "sempre verdi" gargarismi con eucaliptus, gemme di pino e altea.
di CARLA MASSI
OMA - L’allarme è stato lanciato dall’Associazione dei medici americani: troppi antibiotici per curare il mal di gola. In Usa, a 90 pazienti su cento che consultano un medico per forti faringiti, vengono, infatti, consigliati questi farmaci. L’indagine, firmata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e pubblicata dalla rivista scientifica Jama, fa da monito per i camici bianchi americani che stanno rivedendo le strategie di cura. Il pericolo: resistenza agli antibiotici. E la conseguente necessità, in un eventuale secondo episodio, di affidarsi a sostanze sempre più forti.
L’allarme in Italia arriva da una rivista per addetti ai lavori, "Il Farmacista". Proprio nel momento in cui il termometro si abbassa e compaiono i primi mali di stagione. Gola infiammata in testa. Lo studio americano disegna una situazione non distante dalla nostra. Qui l’abitudine all’autoprescrizione (anche degli antibiotici) e l’eccessiva facilità di prescrizione stanno diventando un fenomeno da controllare come hanno fatto, per due anni, i ricercatori americani. Monitorando le ricette per una settimana al mese. Così il professor Randal Stafford conclude il lavoro della sua équipe: «La soluzione migliore del problema sarebbe quella di consigliare ai medici come educare i loro pazienti all’uso corretto degli antibiotici».
Via percorribile? Oltreoceano hanno delle serie difficoltà e, anche da noi, non sembra andare meglio. «Tantissimi pazienti - spiega Antonino Sciuto otorino all’università "La Sapienza" di Roma - insistono per avere un antibiotico appena hanno i primi fastidi alla gola. Chiedono farmaci potenti per combattere subito la malattia. L’antibiotico va prescritto, nelle persone che non hanno particolari problemi di salute, solo se c’è anche la febbre. E in caso di tonsillite accertata. Spesso si tratta di irritazioni alla gola che spontaneamente vanno verso la guarigione. Anche in caso di rialzo della temperatura si possono aspettare un paio di giorni prima di prescrivere questi farmaci».
Sembrano essere le mamme le più tenaci sostenitrici di una terapia antibiotica al primo attacco di gola arrossata. Eppure, anche per i bambini, la presenza della febbre sembra essere l’elemento che fa decidere per una terapia o un’altra. «Meglio aspettare 24-48 ore - consiglia Paola Falconieri della clinica Pediatrica dell’università "La Sapienza" di Roma - a meno che il bambino non abbia particolari patologie respiratorie. Solo il medico può essere in grado di decidere. Anche perché, sotto i sei anni, è difficile comunicare con il piccolo e capire qual è l’entità della malattia. Si può iniziare con un antipiretico e poi, semmai, cambiare cura. Ricordarsi, dettaglio che viene considerato marginale ed invece è fondamentale, che i piccoli non sanno soffiare con il naso. Questo complica ulteriormente le cose. Occorre sempre lavare il naso per liberare tutte le vie respiratorie e non far seccare la gola». Avvertenze per grandi e piccoli: tanta acqua, gelati, yogurt e piatti tiepidi. Al bando riso e minestrine bollenti.
Per chi vuole seguire la via alternativa Roberto Suozzi, medico presidente dell’Accademia di fitomedicina e scienze naturali suggerisce l’echinacea dalle proprietà antinfiammatorie e i "sempre verdi" gargarismi con eucaliptus, gemme di pino e altea.
di CARLA MASSI
Fonte: La redazione