Il mistero della maternità: piccole istruzioni per l’uso
La maternità è da sempre stata considerata nell’ immaginario comune, la meta più ambita da ogni donna, tutto ciò a cui essa deve aspirare per sentirsi realizzata e appagata.
La realtà, però, è ben diversa.
Dire che la "Dolce attesa" sia un’esperienza estremamente profonda ed importante nella vita di una donna è abbastanza scontato, ma proprio per questo essa viene vissuta in maniera diversa, non solo da donne diverse, ma dalla stessa donna in gravidanze diverse. Da numerosi studi condotti, sappiamo che una gravidanza se vissuta bene, dedicando un pò di tempo a se stesse, in ambiente familiare sereno, incide in maniera positiva sul neonato che, dorme di più, mangia meglio, è più calmo, ha minori problemi intestinali e contrae minori infezioni e malattie.
Ma cosa accade realmente nella mente di una donna che scopre di essere incinta?
Proviamo adesso a fare un breve excursus considerando gli aspetti sia psicosomatici, sia prettamente emotivi che “coinvolgono” la donna nei vari mesi gestazionali.
1° e 2° mese
In questi primi mesi, le modifiche maggiori in una donna avvengono a livello emotivo.
Essa tende quasi ad un ritiro “emozionale” non definibile però autistico, ma prevalentemente “fusionale” con le proprie fantasie.
Si verifica una sorta di allontanamento e una tendenza a sopire le proprie amozioni.
Sul piano psicosomatico si verifica una notevole ipersonnia e una spiccata apatia verso attività che prima suscitavano interesse.
3° mese
Questo viene, in gergo psicologico, diviso in due fasi: quella del “corpo silente”, e quella della “placentazione”.
Fase del “corpo silente”
Come a livello psicosomatico iniziano ad essere presenti i primi disturbi, quali vomiti, nausea e attrazione/repulsione verso il cibo, così a livello psicologico si manifestano i primi conflitti.
A livello inconscio, infatti, c’è la formazione di un conflitto di colpa, che nasce dalla paura di prendere il posto della madre e di non essere più considerata figlia.
Fase della “Placentazione”
Questa fase è importante principalmente per gli aspetti psicologi ad essa correlata.
Infatti la donna inizia a mostrare le sue rotondità e il bambino non è più considerato come un tutt’uno, come un geloso segreto da custodire o condividere, ma inizia ad essere qualcosa di “altro”, qualcosa che, lentamente, si sta formando.
Nella donna, spesso, questa fase genera un forte senso di vergogna.
Dal 5° mese al 7° - PRIMI MOVIMENTI FETALI
Generalmente avvertire dentro di sé i primi movimenti del bambino dà il via, sul piano psicosomatico, ad una forte insonnia e a voglie definibili quasi come maniacali ma, in realtà è sul piano emotivo che avvengono i maggiori turbamenti.
Si verifica, infatti, la sensazione di forte ansia, dovuta alla presenza, concreta, di una parte di sé estranea ma comunque dentro di sé.
Iniziano a sorgere le prime preoccupazioni sulla salute del feto, sulla possibile eventualità di malformazioni o altri tipi di problemi, che poi, generalmente, saranno placate solo dopo la nascita.
7° - 8°mese
Questo periodo è caratterizzato da fantasie di frammentazione e dalla paura di perdere parti del sé, essendo già possibile il parto.
Sorge nella gestante un forte desiderio, sebbene irrealizzabile, di fermare il tempo.
Questo dipende, altre che dal desiderio di non volersi staccare dal bambino e rimanere con lui una cosa sola, anche dall’ imminente paura del parto.
9° mese
Questo può essere considerato in assoluto uno dei mesi più importanti per la gestante.
Dal punto di vista fisico la donna avverte una sensazione di tensione e una sorta di compressione.
Avverte un’eccessiva stanchezza e un altrettanto eccessivo aumento di sonno (ipersonnia).
Sul versante psicologico si fa sempre più forte la paura del dolore legato al parto, ma soprattutto la donna vive una serie di emozioni contrastanti:
Da una parte vorrebbe portare ancora nel suo grembo quel bimbo che le ha fatto vivere emozioni così forti nell’ arco dei nove mesi, dall’ altro, invece, c’è un forte desiderio di liberazione , quasi come una sorta di riappropriazione del proprio corpo.
Aumentano, oltre alle fantasie relative all’aspetto del bimbo, anche la paura di possibili problemi o complicazioni.
A questo punto, allora, potremmo chiederci: “come riesce a difendersi la donna da tutte queste paure?”
Una tra le varie strategie che inconsciamente viene applicata in queste situazioni è il controllo. La donna , infatti, tenderà o ad organizzare il parto nei più minimi particolari o a stringere un legame eccessivo, quasi di dipendenza, con l’ equipe medica.
Dopo il parto
Questo è in assoluto il momento più significativo di tutti.
Ci possono essere sentimenti contrastanti e ogni donna può viverlo con emozioni diverse.
Purtroppo la maggior parte delle donne, si sente inadeguata di fronte a quel piccolo pargolo e soprattutto non riesce a provare quella sconfinata gioia che invece sembra essere stata infusa “miracolosamente” in tutti quelli che la circondano.
Molteplici sono i fattori che influenzano il suo stato d’animo;
Prima di tutto, si ritrova improvvisamente in un corpo che non sente più suo, ben diverso da quello lasciato 9 mesi prima;
Non sente più la sua femminilità e non si sente attraente;
Soffre ancora per il parto;
Non si sente subito adeguata al ruolo di madre.
Quest’ ultimo è uno degli aspetti più importanti per una donna e non deve essere assolutamente trascurato, in quanto è una delle principali cause che danno origine alla cosiddetta “depressione post-partum”.
La donna deve “ABITUARSI” al nuovo piccolo venuto al mondo , deve pian piano sviluppare quel senso materno che NON è innato, ma che si acquisisce pian piano, inoltre soltanto lentamente imparerà a conoscere quel bambino che in fondo anche lei ha visto nel momento del parto per la prima volta .
Bhe, di motivi ce ne sarebbero ancora tanti, ma ora non stiamo qui ad elencarli, se posso permettermi, vorrei dare solo un consiglio alle future madri:
come prima cosa, cercare di prendersi quanto più tempo possibile per loro stesse, per il bambino/i e per il loro compagno, e BASTA...
Se possibile evitate le “carovane” di parenti e cercare di evitare le visite eccessive, le donne in questo momento hanno bisogno di ritrovare un nuovo equilibrio con una personcina in più per casa che pian piano impareranno a conoscere. La cosa fondamentale però, in questi momenti, è di non sentirsi in colpa se ogni tanto si avverte la sensazione di essere inadeguate , l’importante è ricordare sempre che “ fare la mamma” si IMPARA, non è innato e poi se ci saranno errori ben vengano...in fondo le donne danno vita ad un miracolo che solo e soltanto tramite esse si può attuare... qualche errore, dopo tutto questo, sarà pur concesso.
La realtà, però, è ben diversa.
Dire che la "Dolce attesa" sia un’esperienza estremamente profonda ed importante nella vita di una donna è abbastanza scontato, ma proprio per questo essa viene vissuta in maniera diversa, non solo da donne diverse, ma dalla stessa donna in gravidanze diverse. Da numerosi studi condotti, sappiamo che una gravidanza se vissuta bene, dedicando un pò di tempo a se stesse, in ambiente familiare sereno, incide in maniera positiva sul neonato che, dorme di più, mangia meglio, è più calmo, ha minori problemi intestinali e contrae minori infezioni e malattie.
Ma cosa accade realmente nella mente di una donna che scopre di essere incinta?
Proviamo adesso a fare un breve excursus considerando gli aspetti sia psicosomatici, sia prettamente emotivi che “coinvolgono” la donna nei vari mesi gestazionali.
1° e 2° mese
In questi primi mesi, le modifiche maggiori in una donna avvengono a livello emotivo.
Essa tende quasi ad un ritiro “emozionale” non definibile però autistico, ma prevalentemente “fusionale” con le proprie fantasie.
Si verifica una sorta di allontanamento e una tendenza a sopire le proprie amozioni.
Sul piano psicosomatico si verifica una notevole ipersonnia e una spiccata apatia verso attività che prima suscitavano interesse.
3° mese
Questo viene, in gergo psicologico, diviso in due fasi: quella del “corpo silente”, e quella della “placentazione”.
Fase del “corpo silente”
Come a livello psicosomatico iniziano ad essere presenti i primi disturbi, quali vomiti, nausea e attrazione/repulsione verso il cibo, così a livello psicologico si manifestano i primi conflitti.
A livello inconscio, infatti, c’è la formazione di un conflitto di colpa, che nasce dalla paura di prendere il posto della madre e di non essere più considerata figlia.
Fase della “Placentazione”
Questa fase è importante principalmente per gli aspetti psicologi ad essa correlata.
Infatti la donna inizia a mostrare le sue rotondità e il bambino non è più considerato come un tutt’uno, come un geloso segreto da custodire o condividere, ma inizia ad essere qualcosa di “altro”, qualcosa che, lentamente, si sta formando.
Nella donna, spesso, questa fase genera un forte senso di vergogna.
Dal 5° mese al 7° - PRIMI MOVIMENTI FETALI
Generalmente avvertire dentro di sé i primi movimenti del bambino dà il via, sul piano psicosomatico, ad una forte insonnia e a voglie definibili quasi come maniacali ma, in realtà è sul piano emotivo che avvengono i maggiori turbamenti.
Si verifica, infatti, la sensazione di forte ansia, dovuta alla presenza, concreta, di una parte di sé estranea ma comunque dentro di sé.
Iniziano a sorgere le prime preoccupazioni sulla salute del feto, sulla possibile eventualità di malformazioni o altri tipi di problemi, che poi, generalmente, saranno placate solo dopo la nascita.
7° - 8°mese
Questo periodo è caratterizzato da fantasie di frammentazione e dalla paura di perdere parti del sé, essendo già possibile il parto.
Sorge nella gestante un forte desiderio, sebbene irrealizzabile, di fermare il tempo.
Questo dipende, altre che dal desiderio di non volersi staccare dal bambino e rimanere con lui una cosa sola, anche dall’ imminente paura del parto.
9° mese
Questo può essere considerato in assoluto uno dei mesi più importanti per la gestante.
Dal punto di vista fisico la donna avverte una sensazione di tensione e una sorta di compressione.
Avverte un’eccessiva stanchezza e un altrettanto eccessivo aumento di sonno (ipersonnia).
Sul versante psicologico si fa sempre più forte la paura del dolore legato al parto, ma soprattutto la donna vive una serie di emozioni contrastanti:
Da una parte vorrebbe portare ancora nel suo grembo quel bimbo che le ha fatto vivere emozioni così forti nell’ arco dei nove mesi, dall’ altro, invece, c’è un forte desiderio di liberazione , quasi come una sorta di riappropriazione del proprio corpo.
Aumentano, oltre alle fantasie relative all’aspetto del bimbo, anche la paura di possibili problemi o complicazioni.
A questo punto, allora, potremmo chiederci: “come riesce a difendersi la donna da tutte queste paure?”
Una tra le varie strategie che inconsciamente viene applicata in queste situazioni è il controllo. La donna , infatti, tenderà o ad organizzare il parto nei più minimi particolari o a stringere un legame eccessivo, quasi di dipendenza, con l’ equipe medica.
Dopo il parto
Questo è in assoluto il momento più significativo di tutti.
Ci possono essere sentimenti contrastanti e ogni donna può viverlo con emozioni diverse.
Purtroppo la maggior parte delle donne, si sente inadeguata di fronte a quel piccolo pargolo e soprattutto non riesce a provare quella sconfinata gioia che invece sembra essere stata infusa “miracolosamente” in tutti quelli che la circondano.
Molteplici sono i fattori che influenzano il suo stato d’animo;
Prima di tutto, si ritrova improvvisamente in un corpo che non sente più suo, ben diverso da quello lasciato 9 mesi prima;
Non sente più la sua femminilità e non si sente attraente;
Soffre ancora per il parto;
Non si sente subito adeguata al ruolo di madre.
Quest’ ultimo è uno degli aspetti più importanti per una donna e non deve essere assolutamente trascurato, in quanto è una delle principali cause che danno origine alla cosiddetta “depressione post-partum”.
La donna deve “ABITUARSI” al nuovo piccolo venuto al mondo , deve pian piano sviluppare quel senso materno che NON è innato, ma che si acquisisce pian piano, inoltre soltanto lentamente imparerà a conoscere quel bambino che in fondo anche lei ha visto nel momento del parto per la prima volta .
Bhe, di motivi ce ne sarebbero ancora tanti, ma ora non stiamo qui ad elencarli, se posso permettermi, vorrei dare solo un consiglio alle future madri:
come prima cosa, cercare di prendersi quanto più tempo possibile per loro stesse, per il bambino/i e per il loro compagno, e BASTA...
Se possibile evitate le “carovane” di parenti e cercare di evitare le visite eccessive, le donne in questo momento hanno bisogno di ritrovare un nuovo equilibrio con una personcina in più per casa che pian piano impareranno a conoscere. La cosa fondamentale però, in questi momenti, è di non sentirsi in colpa se ogni tanto si avverte la sensazione di essere inadeguate , l’importante è ricordare sempre che “ fare la mamma” si IMPARA, non è innato e poi se ci saranno errori ben vengano...in fondo le donne danno vita ad un miracolo che solo e soltanto tramite esse si può attuare... qualche errore, dopo tutto questo, sarà pur concesso.
Fonte: Dott.ssa Forestiere Maddalena - Psicologa, psicoterapeuta in formazione