Per le Amiloidosi le cure future verranno dalla ricerca di base, ma il contributo italiano è destinato ad esaurirsi

Amiloidosi : su Nature il contributo dei ricercatori italiani allo sviluppo di nuove cure.
Con tre importanti lavori pubblicati nel mese di Novembre su riviste con elevato impatto scientifico (Nature, i Proceedings of the National Academy of Science of the USA e il Journal of Biological Chemistry dove il lavoro ha avuto il prestigioso riconoscimento di "paper of the week") un gruppo di ricercatori italiani guidati da Vittorio Bellotti, docente di Biochimica all'Università di Pavia ha presentato importanti risultati su nuove molecole capaci di contrastare le amiloidosi.

Le amiloidosi sono un gruppo di malattie, alcune rare come quelle geneticamente determinate, altre di grande impatto sociale come la malattia di Alzheimer in cui proteine, che normalmente svolgono sofisticate funzioni, perdono le preziose proprietà funzionali e si accumulano nei tessuti che vengono progressivamente danneggiati.
“Questi lavori - spiega il prof. Vittorio Bellotti - sono il frutto di una intensa collaborazione scientifica con il gruppo del Prof Mark Pepys dell'University College di Londra che sta ispirando nella comunità scientifica internazionale lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per queste malattie.”
Da queste ricerche si è scoperto che l'uso combinato di un farmaco che agisce su una proteina ubiquitaria dei depositi patologici amiloidi e di un anticorpo monoclonale specifico per questa proteina innesca un processo spontaneo di rimozione dei depositi (Nature 4 nov 2010). Le nuove molecole sono state sintetizzate sulla base della struttura tridimensionale delle proteine patologiche e la loro capacità di inibire il processo patologico è stata studiata con tecniche che permettono di rivelare dettagli nanometrici dei cambiamenti strutturali e osservare aspetti dinamici della vita delle proteine che si consumano nei tempi brevissimi dei millesimi di secondo (PNAS 8 nov 2010).

Per la complessità dei meccanismi molecolari che le causano, le amiloidosi sono un esempio paradigmatico di malattie in cui le nuove ed efficaci terapie possono solo derivare da ricerche di base che stanno impegnando duramente ricercatori di area chimica, fisica, biofisica accanto a medici e biologi.” Un esempio di sinergia interdisciplinare è rappresentato dall’intensa e consolidata collaborazione con i ricercatori del Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. “In questa stagione in cui le risorse che il nostro Paese mette a disposizione per la ricerca scientifica e universitaria sono sempre più scarse e inadeguate – continua il prof. Bellotti - la collaborazione con i grandi centri di ricerca universitaria europei offre la possibilità di affrontare progetti di lungo periodo che si realizzano nell'arco di almeno 5-6 anni e ingenti investimenti. Queste collaborazioni richiedono una dedizione assoluta ai progetti e agli obiettivi proprio perche la consistenza degli investimenti genera una forte attesa per i risultati che sono strettamente monitorati da revisori indipendenti. Sono progetti che si sviluppano su tempi assolutamente non previsti dalle tipologie di finanziamento alla ricerca del nostro paese, ma necessari per ricerche che hanno l'obiettivo di tradurre risultati di ricerca di base in applicazioni terapeutiche. La risposta italiana a questo tipo di opportunità è consistita nella realizzazione di reti collaborative tra istituti italiani. Cosi, pur con grandi difficoltà di tipo logistico e amministrativo i ricercatori italiani hanno dato negli ultimi 10 anni proprio in questo settore un contributo scientifico fondamentale riuscendo a diventare stimati partner e collaboratori di grandi gruppi internazionali.”

Cosi ha funzionato in questo settore l'alleanza tra gruppi dell' Università di Pavia, Udine, Firenze, Napoli, Genova, Milano, Catania, il Mario Negri di Milano. Molti di questi efficacemente coordinati dall'Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi. Purtroppo la sopravvivenza di molti di questi laboratori italiani è oggi a rischio e così anche la rete collaborativa. Anche l’alleanza con i ricercatori clinici della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia richiede un rinvigorito impegno per mantenere livelli competitivi.
“Va riconosciuto – conclude Bellotti - che la partecipazione italiana a questi grandi progetti è stata fin'ora salvata dai finanziamenti della Comunità Europea, da Fondazioni tra cui, in prima linea, la Fondazione Cariplo e la Regione Lombardia a cui va riconosciuto un impegno senza il quale i nostri laboratori sarebbero già stati chiusi da tempo. Tuttavia solo l'impegno dello Stato può garantire gli essenziali investimenti a lungo termine sulle persone e le infrastrutture che non mancano in nessuno dei paesi scientificamente avanzati con cui ci confrontiamo. Per i grandi centri di ricerca internazionali siamo ancora, in qualche caso, interlocutori stimati, ma proprio nei settori della ricerca molto competitiva la propria affidabilità e il proprio ruolo va riaffermato davvero ogni giorno e non esistono né sconti né rendite di posizione”.

1) Nature, 4 novembre 2010
Antibodies to human serum amyloid P component eliminate visceral amyloid deposits
KarlBodin1*, Stephan Ellmerich1*,MelvynC.Kahan1, GlenysA.Tennent1,Andrzej Loesch1, JanetA. Gilbertson1,WinstonL.Hutchinson1,
Palma P.Mangione1,2, J. Ruth Gallimore1,DavidJ.Millar1, Shane Minogue3, Amar P.Dhillon4,GrahamW. Taylor1,ArthurR. Bradwell5,6,
Aviva Petrie7, JulianD. Gillmore1, Vittorio Bellotti1,2,MarinaBotto8, PhilipN.Hawkins1&Mark B. Pepys1
1Centre for Amyloidosis and Acute Phase Proteins, Division of Medicine, University College London, Royal Free Campus, Rowland Hill Street, LondonNW32PF, UK. 2Dipartimento di Biochimica, Universita` di
Pavia, Via Taramelli 3b, 27100 Pavia, Italy. 3Centre for Molecular Cell Biology, Division of Medicine, University College London, Royal Free Campus, Rowland Hill Street, LondonNW32PF, UK. 4Department of
Histopathology, University College London, Royal Free Campus, Rowland Hill Street, London NW3 2PF, UK. 5Department of Immunity and Infection, The Medical School, University of Birmingham,
Birmingham B15 2TT, UK. 6The Binding Site Ltd, Birmingham B14 4ZB, UK. 7Biostatistics Unit, UCL Eastman Dental Institute, 256 Grays Inn Road, London WC1X 8LD, UK. 8Rheumatology Section, Faculty
of Medicine, Imperial College London, Hammersmith Campus, Du Cane Road, London W12 0NN, UK.
4
2) PNAS, 8 novembre 2010
Trapping of palindromic ligands within native transthyretin prevents amyloid formation
Simon E. Kolstoea,1, Palma P. Mangionea,b,1, Vittorio Bellottia,b, Graham W. Taylora, Glenys A. Tennenta,
Stéphanie Derooc,2, Angus J. Morrisonc,3, Alexander J. A. Cobbc,4, Anthony Coynec, Margaret G. McCammonc, Timothy D. Warnerd, Jane Mitchelld, Raj Gilla, Martin D. Smithe, Steven V. Leyc, Carol V. Robinsonc,2, Stephen P. Wooda, and Mark B. Pepysa,5 aCentre for Amyloidosis and Acute Phase Proteins, Division of Medicine, Royal Free Campus, University College London Medical School, London NW3 2PF,
United Kingdom; bDipartimento di Biochimica, Università di Pavia, 27100 Pavia, Italy; cDepartment of Chemistry, University of Cambridge, Cambridge CB2 1EW, United Kingdom; dWilliam Harvey Research Institute, Barts and The London Queen Mary’s School of Medicine and Dentistry, London EC1M 6BQ, United
Kingdom; and eDepartment of Chemistry, University of Oxford, Oxford OX1 3TA, United Kingdom
3) Journal of Biological Chemistry - 10 novembre 2010
The latest version is at http://www.jbc.org/cgi/doi/10.1074/jbc.M110.178376
EFFECT OF TETRACYCLINES ON THE DYNAMICS OF FORMATION AND
DESTRUCTURATION OF _2-MICROGLOBULIN AMYLOID FIBRILS
Sofia Giorgetti1, Sara Raimondi1, Katiuscia Pagano2, Annalisa Relini3,4, Monica Bucciantini5,
Alessandra Corazza2,3, Federico Fogolari2,3, Luca Codutti2, Mario Salmona6, Palma Mangione1,
Lino Colombo7, Ada De Luigi6, Riccardo Porcari1, Alessandra Gliozzi3,4, Massimo Stefani5,
Gennaro Esposito2,3, Vittorio Bellotti1,3, and Monica Stoppini1,3
From 1Department of Biochemistry, University of Pavia, via Taramelli 3b, 27100 Pavia, Italy,
2Department of Biomedical Sciences and Technologies, University of Udine, P.le Kolbe 4, 33100
Udine, Italy, 3National Institute of Biostructures and Biosystems (INBB), Viale Medaglie d’Oro 305,
00136 Rome, Italy, 4Department of Physics, University of Genoa, via Dodecaneso 33, 16146 Genoa,
Italy, 5Department of Biochemical Sciences, University of Florence, Viale Morgagni 50, 50134
Florence, Italy, 6Department of Molecular Biochemistry and Pharmacology, Mario Negri Institute for
Pharmacological Research, Via La Masa, 19, 20156 Milan, Italy and 7Department of Pharmaceutical
Chemistry, University of Pavia, via Taramelli 12, 27100 Pavia, Italy.
Running head: tetracyclines - 2-microglobulin fibrils interactions


Address correspondence to: Vittorio Bellotti, Dipartimento di Biochimica, Università di Pavia, via
Taramelli 3b, 27100 Pavia, Italy. Fax: 39-0382-423108; E-mail: vbellot@unipv.it

Fonte: Ufficio Stampa Università degli Studi di Pavia