Obesità e sovrappeso un'epidemia globale; che cos'è, come si misura e come si cura l'obesità

L’obesità e il sovrappeso sono ormai considerati dall’OMS emergenze di salute pubblica. Alla stregua di un’epidemia l’eccesso di grasso corporeo si diffonde a livello mondiale tra uomini e donne, giovani e meno giovani. Oltre a rappresentare un importante fattore di rischio per l’insorgenza di gravi patologie, l’obesità è la principale causa di decesso prevenibile: nel mondo ogni anno 2.500.000 persone muoiono per obesità.

EPIDEMIOLOGIA
Sarebbero quasi due miliardi nel mondo, secondo stime dell’OMS e della Obesity Task Force, le persone con problemi di sovrappeso, di queste almeno 350 milioni gravemente obese.
Negli Stati Uniti il 55% della popolazione ha problemi più o meno importanti con la bilancia ed è obeso il 23% della popolazione. L’America del Sud è sulla buona strada, si stima che il 40% dei brasiliani sia sovrappeso. In Europa (Eco2008) la prevalenza dell’obesità è aumentata di tre volte nelle ultime decadi: il 50% della popolazione maschile è sovrappeso o obesa, le donne se la cavano meglio, ma di poco. Nemmeno l’Africa e l’Asia resistono a quella che appare come una vera e propria epidemia virale: in Cina l’obesità infantile è cresciuta in poco più di un decennio di oltre il 20% .
In Italia un italiano su tre è sovrappeso, uno su dieci è obeso. In particolare il numero degli obesi dal 1994 ad oggi è aumentato del 25%. I decessi per colpa del grasso in eccesso sono circa 52.000 l’anno. Il Belpaese conta più di 20 milioni di persone con problemi di sovrappeso (34,2%) e obesità (10%); il trend è decisamente in salita, con un incremento percentuale atteso per il 2025 che toccherà il 43%. Attualmente il 42,5% dei maschi adulti è sovrappeso e di questi il 10,5% è obeso; meglio le donne delle quali il 26,5% è in sovrappeso contro un 9% di obese. Dei 5 milioni e mezzo di obesi, quasi mezzo milione ha un Indice di Massa Corporea (IMC), detto anche Body Mass Index (BMI) superiore a 40 che definisce un’obesità di grado importante/grave: donne e uomini che hanno un rischio di mortalità a breve termine raddoppiato rispetto alla popolazione normopeso.
È emergenza per bambini e giovanissimi: le stime parlano di un milione e 600 mila ragazzi tra i 6 e i 17 anni con problemi di sovrappeso e obesità, il 34,1% dei piccoli tra i 6 e i 9 anni è sovrappeso o obeso. Dal Nord al Sud del Paese le differenze sulla bilancia contano: il primato tocca ai campani che sono i più grassi d’Italia (obesi il 34% degli uomini e il 42% delle donne) e a quanto pare sono anche i più sedentari (il 35% degli uomini non fa attività fisica contro il 52% delle donne). Seguono i siciliani (obesi il 31% di uomini e donne) e i calabresi (obesi il 24% degli uomini e il 38% delle donne). Più attenti alla linea i piemontesi, i marchigiani, i sardi e gli altoatesini.
I costi diretti legati ai ricoveri per problemi di obesità, ammontano a più di 23 miliardi di euro l’anno, il 5-8% della spesa sanitaria nazionale.

CAUSE E COMPLICANZE DELL'OBESITÀ
Fino a pochi anni fa l’obesità non era nemmeno considerata una malattia, oggi gli specialisti parlano di patologia sociale e “stato” di obesità.
Di solito, almeno nelle fasi iniziali, un ruolo di primo piano è giocato dall’eccesso prolungato negli anni di calorie: l’introduzione continua di alimenti ricchi di carboidrati e grassi, abitudini alimentari scorrette e sedentarietà sono sicuramente all’origine della malattia, la predisposizione genetica, fattori ambientali e socio-economici incidono invece sulla sua evoluzione.
Esistono due tipi di obesità: la prima, cosiddetta androide o “centrale”, in cui il grasso si accumula a livello viscero-addominale (la “pancetta”), molto più pericolosa perché associata a diverse complicanze metaboliche; la seconda, detta ginoide o “periferica”, in cui il tessuto adiposo si concentra a livello dei glutei e dei fianchi. Un ruolo sembra avere anche il tipo di tessuto adiposo: quello “bianco” è dannoso perché fa accumulare grassi; quello “bruno” è buono perché fa bruciare i grassi sviluppando energia.
L’obesità è ormai considerata un importante fattore di rischio per l’insorgenza di gravi patologie: un obeso ha un'aspettativa di vita inferiore di 10-20 anni rispetto ad un coetaneo normopeso. La complicanza più frequente è il diabete: l’80% dei diabetici di tipo 2 è obeso, mentre è obeso un individuo ogni 4 affetti da diabete di tipo 1. Ma l’obesità è anche responsabile di ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari centrali e periferiche, ictus, problemi epatici ed insufficienza renale, osteoartriti, apnee notturne e fenomeni respiratori di tipo restrittivo, fino alla sterilità, ai problemi della sessualità e alle limitazioni gravissime della mobilizzazione. Infine, è dimostrata una stretta correlazione tra obesità e certi tipi di neoplasia.

COME SI MISURA L'OBESITÀ
Il grasso in eccesso viene identificato in due modi: il primo, semplice consiste nel misurare il punto-vita, è obesità a 102 cm per l’uomo e a 88 cm per la donna; il secondo è fondato sul rapporto tra peso corporeo diviso altezza al quadrato, un metodo facile con il quale si ottiene l’Indice di Massa Corporea (IMC).
Un IMC tra 20-25 è normale, tra 25-30 è sovrappeso, 30 è obeso, superiore a 40 è obeso patologico, superiore a 50 è obeso gravissimo.

TRATTAMENTI
La prevenzione sarebbe l’ideale, a scuola e in famiglia: la riduzione di dolci, sostituiti magari da frutta e verdure, e tanto movimento (basterebbe dicono gli esperti una camminata al giorno di 20 minuti). Una volta fatta la diagnosi di obesità la cura consiste nella riduzione del peso corporeo sotto stretto controllo medico e, in seguito, nel mantenimento del peso raggiunto: dieta e pillole nella maggior parte dei casi falliscono e l’obesità si aggrava. Solo il 5% degli obesi, inoltre, è seguito da un medico. L’indicazione alla chirurgia bariatrica è inevitabile quando l’Indice di Massa Corporea supera pericolosamente 35, determinando un’obesità patologica o quando l’obesità si accompagna a patologie gravi.
Gli interventi sono di 2 tipi: “restrittivo” e da “malassorbimento”.
Bendaggio gastrico
Una banda regolabile di silicone divide lo stomaco in due parti, il cibo passa lentamente dando una sensazione di sazietà.
Gastrectomia verticale
Si asporta il 70-80% dello stomaco. I pazienti perdono circa il 70% del peso in eccesso perché le sostanze nutritive non vengono più assorbite.
Palloncino intragastrico
Viene inserito con un catetere un palloncino di silicone che una volta posizionato si riempie di aria o soluzione salina. Il riempimento dello stomaco dà sazietà.
Bypass gastrico
Si cuce una piccola sacca gastrica, il cibo così bypassa direttamente parte dello stomaco, il duodeno e il primo tratto dell’intestino. Si induce il calo del desiderio di mangiare.
Diversione biliopancreatica
È l’intervento più complesso: si riduce il volume dello stomaco, si creano 3 tratti intestinali che ad un certo punto si ricongiungono. È il classico intervento da malassorbimento.

Fonte: Progetto Cuore Istituto Superiore di Sanità 2009-2010, International Association for the Study of Obesity (IASO 2009).

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Intervista a Marina Biglia - Presidente dell’Associazione no profit “Insieme Amici Obesi”


SPEZZARE IL MURO DI SILENZIO INTORNO AL PROBLEMA DELL'OBESITÀ

Da dove scaturisce l’impegno nei confronti dell’obesità?
“Insieme Amici Obesi” nasce nel 2005 dall’esigenza di colmare un vuoto informativo sui problemi che riguardano l’obesità, cui cerchiamo di ovviare attraverso un forum di autoaiuto, che funge da tramite tra la persona affetta dal disturbo e il Centro di riferimento d’eccellenza, orientandola verso tutte le opzioni di cura, per poter arrivare al trattamento più adatto ed efficace.
L’iniziativa rappresenta anche il superamento di un’esperienza personale: fino ai 25 anni ero una ragazza normopeso, poi via via, il problema del sovrappeso ha cominciato a presentarsi, fino a che è diventato, effettivamente, molto “ingombrante”. Il mio interesse è stato dunque in prima battuta personale, nel senso che dovevo risolvere il problema dei miei 130 kg; dopo mille diete e tentativi di dimagrimento infruttuosi, ho seguito un percorso picologico che mi ha poi condotto a eseguire un bypass gastrico. L’approdo alla chirurgia bariatrica mi ha fatto finalmente raggiungere quello che io chiamo “un peso ragionevole” che mi consente di avere una vita assolutamente normale. Una volta toccato con mano come fosse cambiata in meglio la mia vita, quanta soddisfazione desse ritornare a un peso normale, senza più difficoltà ad allacciarsi le scarpe o mettere le calze, ho sentito l’esigenza di comunicare la mia esperienza, per far sì che accadesse anche ad altri e non solo a me.

Possiamo individuare, secondo la Sua esperienza, dei fattori comuni potenzialmente scatenanti l’obesità o ogni caso è un caso a parte?
Direi che ci sono delle linee abbastanza comuni per tutti. Sulla base delle esperienze delle persone che fanno parte dell’Associazione, molte volte ci sono enormi problemi di ordine psicologico, dettati da un cattivo o insufficiente rapporto con le figure familiari o con la struttura lavorativa in cui siamo inseriti: la necessità di colmare il vuoto affettivo può suscitare una forma di compulsione, che in questo caso è nei confronti del cibo. Per alcuni il problema è più difficile da individuare: per questo un approccio psicologico iniziale aiuta a comprendere perché si sceglie quella specifica risposta compulsiva nei confronti del cibo invece di orientarsi, ad esempio, verso il fumo o l’alcool.

Quali sono i comportamenti che maggiormente colpiscono chi soffre del disturbo dell’obesità?
Al contrario della persona obesa, l’anoressica è sempre stata guardata con un occhio di riguardo: ha sempre suscitato compassione, o comunque una sorta d’interesse, mai la risata. Per l’obeso invece è l’esatto contrario e con troppa frequenza gli obesi sono oggetto di scherno, di dileggio, se non disprezzo, pur essendo, la bulimia e l’anoressia, entrambi disturbi del comportamento alimentare, le due facce della medesima medaglia.

Lei ha scritto un libro che ha come titolo “Il peso irragionevole”. Come e perché è nata questa esigenza?
Ho raccolto la mia esperienza e quella delle persone che mi hanno circondato in questi anni: un libro scritto da pazienti per i pazienti, con degli interventi scientifici da parte dei chirurghi bariatrici, per cercare di dare un quadro completo anche degli aspetti patologici e delle opzioni terapeutiche; inoltre, l’Associazione si è sviluppata prevalentemente sul web, in un ambiente virtuale, e dunque, abbiamo avvertito il bisogno di uno scambio reale d’esperienza con le persone che non possono avere accesso ad internet, per favorire la condivisione del problema fra le persone che ne soffrono. Spezzare il muro del silenzio è fondamentale per un percorso di guarigione.

Fonte: Pro Format Comunicazione - Ufficio Stampa