Infertilità: la procreazione medicalmente assistita, tecniche e procedure

L’infertilità è definita come l’incapacità di raggiungere una gravidanza dopo 1 anno di rapporti sessuali non protetti: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità interessa il 15-20% delle coppie e, in Italia, 2 coppie su 10.
La risposta terapeutica a questo problema sanitario, che ha un impatto rilevante sul benessere della donna e della coppia, è la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA): sono circa 4 milioni i bambini venuti al mondo dalla sua prima applicazione, nel 1978. In Italia, solo nel 2009, le nascite sono state più di 10.000.


Le tecniche di PMA assistono la donna nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale e nel corso del processo di fertilizzazione; la scelta della procedura viene decisa dal Ginecologo sulla base dei risultati delle analisi diagnostiche e delle specifiche caratteristiche della coppia. La fecondazione può essere:

• omologa, se i gameti appartengono alla coppia;
• eterologa, se provengono da individui diversi (procedura vietata in Italia);
• in vivo, se la procedura è effettuata all’interno dell’organismo della donna;
• in vitro, se la procedura è eseguita in provetta.

TECNICHE E PROCEDURE
Le tecniche di PMA sono suddivise in I, II e III livello, a seconda della complessità della procedura e della loro potenziale invasività.

Tecniche di Io livello
Sono quelle procedure che favoriscono il concepimento spontaneo a livello delle vie genitali femminili. Rientrano in questa categoria i monitoraggi della crescita follicolare con o senza stimolazione ovarica, seguiti da rapporti mirati o da Inseminazione artificiale: il liquido seminale, fresco o congelato, è inserito mediante catetere direttamente nell’apparato genitale femminile. È una delle tecniche più utilizzate in caso di scarsa fertilità e mancata vitalità degli spermatozoi. Può essere:

• intrauterina (IUI): il liquido seminale è introdotto all’interno dell’utero;
• intracervicale (ICI): gli spermatozoi vengono depositati nel canale cervicale;
• intraperitoneale (IPS): gli spermatozoi sono immessi nel peritoneo;
• intratubarica (ITI): il liquido seminale viene immesso nelle tube.



Tecniche di IIo e IIIo livello


FIVET, Fecondazione In Vitro e Trasferimento dell’Embrione
Il processo prevede varie fasi:
1) stimolazione ovarica;
2) prelievo ovocitario;
3) inseminazione in piastra di coltura dell’ovocita;
4) coltura degli embrioni in laboratorio;
5) trasferimento mediante cannula degli embrioni
nella cavità uterina.
La FIVET può risolvere il problema dell’infertilità derivante da problemi alle tube.
(vedi foto Tecnica FIVET)


Tecnica ICSI

ICSI, Iniezione Intra-Citoplasmatica
dello Spermatozoo
È una variante della FIVET che prevede, per la fase dell’inseminazione, l’introduzione con micro-iniezione di un singolo spermatozoo nell’ovocita. Questa tecnica permette la fecondazione anche con seme che naturalmente non riuscirebbe a superare le barriere dell’ovulo, la zona pellucida esterna e il citoplasma.
Nell’ambito dell’ICSI, lo spermatozoo può essere selezionato sulla base di elevati ingrandimenti microscopici attraverso la procedura IMSI, (Intracytoplasmatic Morphologically Selected sperm Injection), Iniezione Intra-citoplasmatica di Spermatozoo Morfologicamente selezionato: questa tecnica è correlata a un aumento delle percentuali d’impianto e a una diminuzione del tasso di aborto nei casi di severo fattore d’infertilità maschile e di ripetuti fallimenti di cicli IVF-ICSI.
(vedi foto Tecnica ICSI)


Tecnica GIFT
GIFT, Trasferimento Intratubarico dei Gameti
È una tecnica che non prevede la creazione di embrioni in vitro: tramite laparoscopia gli ovociti sono prelevati dai follicoli e, insieme agli spermatozoi, sono introdotti nella tuba; l’embrione raggiunge l’utero solo alcuni giorni dopo la fecondazione.
È consigliata alle donne in età non giovane, nei casi di endometriosi o di riduzione di concentrazione e mobilità di spermatozoi.

ZIFT, Trasferimento Intratubarico di Zigoti
Variante della GIFT che prevede, attraverso una laparoscopia, che gli zigoti, ovvero le cellule ottenute dopo la fecondazione in vitro dei gameti, vengano deposti all’interno della tuba. Vi si può ricorrere se falliscono FIVET o GIFT o per sterilità maschile dovuta a fattori immunologici.
(vedi foto Tecnica GIFT)


Transfer della blastocisti
Con l’introduzione dei terreni di coltura sequenziali, le condizioni di coltura in vitro si sono migliorate tanto da permettere un alto grado di sviluppo di blastocisti (50-60%) e quindi di assicurare il transfer di 1-2 blastocisti in utero: questa procedura consente di aumentare la percentuale di gravidanza e diminuire il rischio di gravidanze multiple.


Crioconservazione dei gameti e degli embrioni
La tecnica prevede la conservazione di embrioni, ovociti e spermatozoi in azoto liquido alla temperatura di -196°C, al fine di utilizzare le cellule in un secondo momento. Questa procedura può essere eseguita quando in coltura vi sono ancora embrioni residui e che presentano una morfologia ottimale per il congelamento, dopo un prelievo epididimale/testicolare (MESA/TESE) di spermatozoi, se i parametri di conta e motilità lo permettono, per evitare al paziente di eseguire un altro intervento, ma anche quando una donna vuole preservare la propria fertilità (congelamento ovocitario). L’avvento dei congelatori biologici programmabili ha perfezionato questa procedura, consentendo di preservare in azoto liquido gameti femminili e maschili e frammenti di tessuto gonadico e minimizzando la formazione di cristalli di ghiaccio intracitoplasmatici.

Per coadiuvare le tecniche di PMA nel raggiungimento dell’obiettivo del “bimbo in braccio” sono state recentemente messe a punto alcune nuove strategie:

Assisted Hatching
È una tecnica di micromanipolazione dell'embrione che consiste nell'assottigliare o praticare una piccola apertura nella zona pellucida, lo strato protettivo che circonda l'embrione prima che questo sia trasferito in utero, in modo che possa iniziare a interagire con l’endometrio, dando inizio alla gravidanza.

MESA, TESA, PESA, TESE
Sono tecniche che permettono il prelievo chirurgico degli spermatozoi e spermatidi direttamente dall’epididimo o dal testicolo in pazienti altrimenti azoospermici, ovvero con livello di spermatozoi non misurabile. Gli spermatozoi così ottenuti, grazie all’applicazione della tecnica ICSI, possono fertilizzare gli ovociti e dar vita ad embrioni. Gli uomini che presentano questa condizione possono così raggiungere la paternità senza ricorrere forzatamente alla donazione di spermatozoi.  

Sperm Slow, selezione degli spermatozoi maturi attraverso il legame con acido ialuronico
La selezione degli spermatozoi maturi può essere effettuata utilizzando dei mezzi che contengono acido ialuronico, come lo Sperm Slow, oppure attraverso supporti plastici. Gli spermatozoi maturi si legano all’acido ialuronico mentre quelli che non hanno completato il processo di maturazione si muovono liberamente senza formare alcun legame.    


ASPETTI NORMATIVI

Dal punto di vista legislativo, secondo la Legge 40/2004 e successive modificazioni, in Italia la Procreazione Medicalmente Assistita è consentita alle coppie maggiorenni sterili di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile; le persone che le compongono devono essere entrambi viventi. Inoltre, l'infertilità o la sterilità della coppia deve essere certificata dal Medico.
Per quanto riguarda il numero di embrioni impiantabili e il loro eventuale congelamento, la sentenza 151/2009 della Corte Costituzionale ha stabilito che il Medico potrà tenere conto della salute della donna e, in base ad essa, ottenere il numero di embrioni che ritiene necessari, decidendo, sulla base della sua valutazione, la possibilità del congelamento.



Fonte: Pro Format Comunicazione - Ufficio stampa