meningite meningococcica, un nemico silenzioso; un caso ogni due giorni
In Italia, ogni anno, oltre 1.000 persone contraggono una meningite batterica invasiva. Di queste, circa una ogni due giorni viene colpita da meningite meningococcica, malattia improvvisa e talvolta letale. A Taranto igienisti, pediatri e familiari di pazienti fanno il punto sull’epidemiologia e sulle novità preventive in arrivo.
C’è un batterio, il meningococco, che colpisce una persona ogni due giorni circa in Italia, causandone nel 14% dei casi la morte1. Un sicario silenzioso, rapido e imprevedibile che però potrebbe essere fermato se solo si adottassero le più efficaci misure preventive oggi disponibili.
Il meningococco, e in particolare le patologie da esso causate, sono al centro del convegno “Epidemiologia e prevenzione della malattia meningococcica del bambino e dell’adolescente. Attualità e prospettive”, organizzato dalla SITI – Società Italiana di Igiene in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale di Taranto che si svolge oggi nella città pugliese presso la Sala Conferenza della II Facoltà di Giurisprudenza.
La malattia meningococcica può colpire tutti, adulti, ragazzi ma soprattutto i bambini precedentemente sani. In caso di sopravvivenza può comportare danni neurologici permanenti, anche quando è diagnosticata tempestivamente.
“E’ sempre importante mantenere alta l’attenzione sui rischi legati alla malattia meningococcica” – afferma il dottor Michele Conversano, presidente della SITI, Società Italiana di Igiene e presidente del convegno – “una malattia improvvisa e potenzialmente letale, dovuta ad un batterio che può infettare le meningi, causando meningiti, o infettare il sangue, evolvendo in setticemia. I dati in nostro possesso, che provengono dal SIMI, sistema informatizzato dell’Istituto Superiore di Sanità, seppur sottostimati, a causa della mancata notifica da parte di tutte le Regioni, evidenziano un elevato numero di casi ogni anno, oltre mille. Il nostro è un Paese che vive di emergenze – prosegue Conversano - ed il territorio di Taranto ne è purtroppo una dimostrazione evidente. Ma il punto su cui è importante concentrarci, nel caso della meningite meningococcica, così come per tutti i temi legati alla salute in generale, è lo sviluppo di una cultura legata alla prevenzione, di cui la Puglia rappresenta un esempio di eccellenza a livello nazionale”.
La prevenzione, soprattutto della salute delle generazioni future, è il tema principale su cui è impegnato il primo gruppo di advocacy in Italia in ambito meningite, il Comitato Nazionale Contro la Meningite, fondato nel maggio del 2011.
“Il Comitato nasce da un’esperienza personale dolorosissima” – ricorda la presidente Amelia Vitiello – “vale a dire la perdita di mia figlia Alessia, di soli 18 mesi, a causa di una meningite meningococcica di tipo B. Al dolore, che inevitabilmente è sempre lì, si è presto affiancato il desiderio di lottare per fare in modo che nessun altro bambino in futuro possa ammalarsi di meningite. Con l’aiuto di altre famiglie che hanno subito la mia stessa perdita ci siamo impegnati in un percorso arduo che è iniziato nel maggio dello scorso anno e che vede nell’informazione, nella prevenzione e nel nostro ruolo di advocacy nei confronti delle istituzioni e della classe medica i nostri punti cardine”.
Proprio i bambini più piccoli, insieme agli adolescenti, sono le categorie maggiormente a rischio di contrarre la malattia meningococcica. E’ per questo motivo che la professoressa Chiara Azzari, del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Firenze, afferma «I vaccini di nuova generazione offrono un elevato profilo di sicurezza, perché sono realizzati utilizzando batteri inattivati, tecnica che li rende lontani anni luce dai vaccini del secolo scorso. Quello che deve cambiare è l’approccio culturale al concetto di immunizzazione. Per questo noi pediatri dobbiamo assumerci la responsabilità del ruolo di guida e consiglio per le famiglie sull’assoluta importanza di un’adeguata copertura vaccinale antimeningococcica».
E’ pertanto necessario riflettere sull’importanza dell’accesso a questi vaccini, la cui offerta dovrebbe essere uniforme sul territorio nazionale. E’ fondamentale, inoltre, concentrare le energie della comunità scientifica per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione vaccinale antimeningococcica con tutti gli strumenti a disposizione presenti e futuri, anche per mezzo del suo inserimento nelle pianificazioni regionali sulla vaccinazione».
Anche il convegno di Taranto sostiene la petizione promossa dal Comitato Nazionale Contro la Meningite per chiedere alle istituzioni italiane un maggior impegno nella lotta alla meningite.
C’è un batterio, il meningococco, che colpisce una persona ogni due giorni circa in Italia, causandone nel 14% dei casi la morte1. Un sicario silenzioso, rapido e imprevedibile che però potrebbe essere fermato se solo si adottassero le più efficaci misure preventive oggi disponibili.
Il meningococco, e in particolare le patologie da esso causate, sono al centro del convegno “Epidemiologia e prevenzione della malattia meningococcica del bambino e dell’adolescente. Attualità e prospettive”, organizzato dalla SITI – Società Italiana di Igiene in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale di Taranto che si svolge oggi nella città pugliese presso la Sala Conferenza della II Facoltà di Giurisprudenza.
La malattia meningococcica può colpire tutti, adulti, ragazzi ma soprattutto i bambini precedentemente sani. In caso di sopravvivenza può comportare danni neurologici permanenti, anche quando è diagnosticata tempestivamente.
“E’ sempre importante mantenere alta l’attenzione sui rischi legati alla malattia meningococcica” – afferma il dottor Michele Conversano, presidente della SITI, Società Italiana di Igiene e presidente del convegno – “una malattia improvvisa e potenzialmente letale, dovuta ad un batterio che può infettare le meningi, causando meningiti, o infettare il sangue, evolvendo in setticemia. I dati in nostro possesso, che provengono dal SIMI, sistema informatizzato dell’Istituto Superiore di Sanità, seppur sottostimati, a causa della mancata notifica da parte di tutte le Regioni, evidenziano un elevato numero di casi ogni anno, oltre mille. Il nostro è un Paese che vive di emergenze – prosegue Conversano - ed il territorio di Taranto ne è purtroppo una dimostrazione evidente. Ma il punto su cui è importante concentrarci, nel caso della meningite meningococcica, così come per tutti i temi legati alla salute in generale, è lo sviluppo di una cultura legata alla prevenzione, di cui la Puglia rappresenta un esempio di eccellenza a livello nazionale”.
La prevenzione, soprattutto della salute delle generazioni future, è il tema principale su cui è impegnato il primo gruppo di advocacy in Italia in ambito meningite, il Comitato Nazionale Contro la Meningite, fondato nel maggio del 2011.
“Il Comitato nasce da un’esperienza personale dolorosissima” – ricorda la presidente Amelia Vitiello – “vale a dire la perdita di mia figlia Alessia, di soli 18 mesi, a causa di una meningite meningococcica di tipo B. Al dolore, che inevitabilmente è sempre lì, si è presto affiancato il desiderio di lottare per fare in modo che nessun altro bambino in futuro possa ammalarsi di meningite. Con l’aiuto di altre famiglie che hanno subito la mia stessa perdita ci siamo impegnati in un percorso arduo che è iniziato nel maggio dello scorso anno e che vede nell’informazione, nella prevenzione e nel nostro ruolo di advocacy nei confronti delle istituzioni e della classe medica i nostri punti cardine”.
Proprio i bambini più piccoli, insieme agli adolescenti, sono le categorie maggiormente a rischio di contrarre la malattia meningococcica. E’ per questo motivo che la professoressa Chiara Azzari, del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Firenze, afferma «I vaccini di nuova generazione offrono un elevato profilo di sicurezza, perché sono realizzati utilizzando batteri inattivati, tecnica che li rende lontani anni luce dai vaccini del secolo scorso. Quello che deve cambiare è l’approccio culturale al concetto di immunizzazione. Per questo noi pediatri dobbiamo assumerci la responsabilità del ruolo di guida e consiglio per le famiglie sull’assoluta importanza di un’adeguata copertura vaccinale antimeningococcica».
E’ pertanto necessario riflettere sull’importanza dell’accesso a questi vaccini, la cui offerta dovrebbe essere uniforme sul territorio nazionale. E’ fondamentale, inoltre, concentrare le energie della comunità scientifica per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione vaccinale antimeningococcica con tutti gli strumenti a disposizione presenti e futuri, anche per mezzo del suo inserimento nelle pianificazioni regionali sulla vaccinazione».
Anche il convegno di Taranto sostiene la petizione promossa dal Comitato Nazionale Contro la Meningite per chiedere alle istituzioni italiane un maggior impegno nella lotta alla meningite.
Fonte: Epidemiologia delle Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità