Il resveratrolo contenuto nell'uva aiuta la memoria e altri disturbi cronici età-correlati
Il resveratrolo è una sostanza utile contenuta principalmente nella buccia degli acini dell’uva e in misura minore nel vino rosso: ma quali sono le reali proprietà di questa sostanza sul nostro benessere?
L’Osservatorio AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala a riguardo un nuovo studio pubblicato sul “Journal of Neuroscience” secondo il quale il resveratrolo sarebbe in grado di incrementare le performance della memoria negli adulti.
Lo studio ha valutato un campione di 46 uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 75 anni ai quali sono stati somministrati casualmente 200 mg di resveratrolo al giorno o placebo per 26 settimane. I dati emersi dai test della memoria e di neuroimaging hanno dimostrato che i soggetti ai quali sono stati somministrati gli integratori a base di resveratrolo hanno riportato significativi miglioramenti nel ricordare le parole (30 minuti superiore rispetto al placebo).
Inoltre lo studio sottolinea che, oltre ai benefici per la memoria, quelli legati al miglioramento della circolazione sanguigna. Secondo gli autori, l’integrazione di resveratrolo contribuisce alla riduzione dei livelli di emoglobina glicosilata, segnale della presenza di eccesso di glucosio nel sangue, e a significativi miglioramenti della connettività funzionale dell’ippocampo.
Anche un recente studio pubblicato nel 2010 dall’American Journal of Clinical Nutrition aveva messo in evidenza le proprietà di una piccola dose di resveratrolo nell’aumentare il flusso di sangue al cervello.
Le evidenze emerse dallo studio sul Journal of Neuroscience offrono nuovi stimoli alla ricerca sulla salute del cervello e al ruolo dei polifenoli. A questo proposito, il professor Giovanni Scapagnini, biochimico dell’Università del Molise, commenta: “I polifenoli, tra cui il resveratrolo, risulterebbero grado di stimolare i sistemi di riparazione cellulare, di amplificare le difese antiossidanti endogene, di inibire in maniera specifica l’azione delle molecole infiammatorie. Sarebbero in grado di attivare un fattore fondamentale per la sopravvivenza cellulare allo stress, l’Nrf2, molecola chiave per la terapia e la prevenzione di numerosi disturbi cronici età-correlati”.
L’Osservatorio AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala a riguardo un nuovo studio pubblicato sul “Journal of Neuroscience” secondo il quale il resveratrolo sarebbe in grado di incrementare le performance della memoria negli adulti.
Lo studio ha valutato un campione di 46 uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 75 anni ai quali sono stati somministrati casualmente 200 mg di resveratrolo al giorno o placebo per 26 settimane. I dati emersi dai test della memoria e di neuroimaging hanno dimostrato che i soggetti ai quali sono stati somministrati gli integratori a base di resveratrolo hanno riportato significativi miglioramenti nel ricordare le parole (30 minuti superiore rispetto al placebo).
Inoltre lo studio sottolinea che, oltre ai benefici per la memoria, quelli legati al miglioramento della circolazione sanguigna. Secondo gli autori, l’integrazione di resveratrolo contribuisce alla riduzione dei livelli di emoglobina glicosilata, segnale della presenza di eccesso di glucosio nel sangue, e a significativi miglioramenti della connettività funzionale dell’ippocampo.
Anche un recente studio pubblicato nel 2010 dall’American Journal of Clinical Nutrition aveva messo in evidenza le proprietà di una piccola dose di resveratrolo nell’aumentare il flusso di sangue al cervello.
Le evidenze emerse dallo studio sul Journal of Neuroscience offrono nuovi stimoli alla ricerca sulla salute del cervello e al ruolo dei polifenoli. A questo proposito, il professor Giovanni Scapagnini, biochimico dell’Università del Molise, commenta: “I polifenoli, tra cui il resveratrolo, risulterebbero grado di stimolare i sistemi di riparazione cellulare, di amplificare le difese antiossidanti endogene, di inibire in maniera specifica l’azione delle molecole infiammatorie. Sarebbero in grado di attivare un fattore fondamentale per la sopravvivenza cellulare allo stress, l’Nrf2, molecola chiave per la terapia e la prevenzione di numerosi disturbi cronici età-correlati”.
Fonte: Ufficio Stampa AIIPA – Ketchum