La nuova chirurgia mininvasiva e correttiva per la salute sessuale maschile

Solo da pochi anni le patologie e i disturbi legati all’apparato riproduttivo maschile godono della giusta attenzione da parte dell’opinione pubblica e degli stessi pazienti. Forse a causa di eccessivo pudore o scarsa informazione, gli uomini anche in età matura trascurano questa parte del corpo. Con lo scopo di diffondere una maggiore conoscenza di sintomi, fattori di rischio e cura di alcune patologie, la Società Italiana di Chirurgia Genitale Maschile (S.I.C.GE.M.) organizza un incontro con la stampa venerdì 8 maggio, presso il Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma, alle ore 11.30.

Durante la conferenza verranno illustrati i risultati raggiunti grazie all’introduzione delle tecniche chirurgiche presso il Dipartimento di Chirurgia Generale Pietro Valdoni del Policlinico Umberto I e in particolare nel "Centro di chirurgia genitale maschile”, diretto dal professor Giovanni Alei, Presidente della S.I.C.GE.M.

Più attenzione al paziente. Dalla sua apertura nel 1976, l'ambulatorio specialistico ha messo al centro l’uomo e il suo benessere, aggiornando le metodiche chirurgiche in grado di rendere mininvasivi gli interventi.

Una delle eccellenze del Centro è la chirurgia degli incurvamenti penieni congeniti o acquisiti. Nel 1965, Nesbit ha descritto la prima tecnica di correzione che tuttora è la più diffusa fra gli urologi. Questa è gravata da numerose complicanze: inestetismi da circoncisione, alto tasso di recidive fra il 25 e il 30%, iposensibilità, tempi di guarigione e decorsi post operatori lunghi, impotenza, accorciamento del pene.

L'innovativa tecnica ideata dal professor Alei prevede invece un accesso alla base del pene, senza circoncisione, che non lascia segni visibili. L'intervento viene effettuato ambulatorialmente e dato ancora più rilevante registra un tasso inferiore di recidive, pari a circa il 3% (British Journal of Urology, 2014), così come riscontrato in oltre 400 interventi effettuati. I tempi operatori e di guarigione molto ridotti permettono infine un recupero quasi immediato. Senza sottovalutare il minor accorciamento penieno.

Problemi con la pische. Altre operazioni richieste con maggiore frequenza sono l’allungamento e l’ingrandimento, invocate spesso per risolvere criticità con il partner o con la propria autostima (sindrome da spogliatoio).

Per quanto riguarda l'allungamento, nel Centro dell’Umberto I viene già adottata da alcuni anni la metodica, introdotta dal responsabile il Prof. Giovanni Alei, che prevede l’inserimento di un distanziatore in silicone fra pube e base del pene, che ben si adattano alle caratteristiche anatomiche del paziente. Per l’ingrandimento, il problema riscontrato nelle tecniche tradizionali è legato al grasso utilizzato. I pazienti in questo caso avvertono la sensazione di avere una sorta di strato di gommapiuma, tra la cute e i corpi cavernosi. Al Policlinico si è cominciato ad usare invece il derma umano e suino liofilizzati ottenendo ottimi risultati.

“Le tecniche più attuali consentono aumenti di dimensione intorno al 25-30% rispetto a quelle iniziali, restituendo sicurezza e piena facoltà di intraprendere una vita di relazione normale - commenta il Professor Alei - Ad oggi, abbiamo operato più di 500 pazienti, effettuando in alcuni casi entrambi gli interventi di allungamento e ingrandimento, associando a volte l'asportazione del grasso pubico”.

Voglia di paternità. “Negli anni ’70 era difficile che l’uomo accettasse che la causa di infertilità dipendesse da lui – ricorda il professor Alei – oggi invece la sensibilità è diversa”. Questo dato è dimostrato dall’aumento dell’attenzione da parte della popolazione maschile verso la prevenzione.

Il varicocele è fra le patologie genitali maschili più note e la prima causa di infertilità per gli uomini italiani. Si tratta di una malattia varicosa del testicolo che produce meno spermatozoi. “Una patologia assolutamente benigna – dichiara Alei -. L’intervento chirurgico restituisce le possibilità di avere figli, vista l’alta soglia di guarigione intorno all'80%. L'evoluzione delle tecniche operatorie e anestesiologiche consente ormai di operare questi pazienti in day surgery”.

“Circa un terzo - tra il 20% e il 40% - di tutti i maschi valutati per infertilità sono affetti da varicocele – aggiunge il dottor Piero Letizia, medico urologo del Centro specialistico dell’Umberto I -. La percentuale di diagnosi nei bambini fra i 7 e i 10 anni e’ del 2-2,5% ma aumenta dai 10 (6%) ai 15 anni, fino ad una incidenza del 15-23%”.

La prevenzione dei tumori passa anche dalla diagnosi precoce. Potenzialmente insidiosa e aggressiva il Lichen Sclerosus è una malattia rara che negli ultimi anni ha visto aumentare il numero dei casi. La sintomatologia è a volte invalidante e condiziona in maniera sensibile la vita del paziente.

Il rischio maggiore rappresentato da questa malattia, è l’evoluzione in carcinoma squamocellulare (circa 8% dei casi). Con il tempo la cute può diventare anaelastica e tendente a formare fissurazioni o lacerazioni in seguito all'attività sessuale. Questa irritazione cronica costituisce un fattore predisponente per il carcinoma.

“Momento fondamentale diventa la diagnosi precoce per approcciare alla terapia medica o chirurgica con ottimi risultati. Per porre diagnosi di Lichen Sclerosus, oltre a riscontrare con l'esame obiettivo le lesioni tipiche di questa patologia, è consigliabile, nonché necessaria, la biopsia per la diagnosi istologica e per escludere la coesistenza di una neoplasia”, dichiara la dermatologa Lavinia Alei.

La riabilitazione sessuale. Nelle patologie in cui si ha un’alterazione della forma del pene, l’immagine nella mente dell’uomo, ovvero schema corporeo, può permanere anche dopo il rimodellamento chirurgico. E così il paziente continua a percepirsi con il pene ricurvo anche se è perfettamente dritto. Fenomeno questo che, se associato a disfunzione erettile, può dare origine alla disfunzione erettile fantasma, descritta per la prima volta dal dottor Franco Avenia, sessuologo e segretario della SICGEM. “Il sintomo – spiega il sessuologo – permane anche se non ci sono più le cause. E’ molto simile al cosiddetto “arto fantasma”. Per superare tale condizione non serve una lettura oggettiva della realtà fisica ma, in una dimensione extratemporale di profondo relax, è possibile accrescere la percezione, rinforzandola con visualizzazioni ed ideazioni, atte a costruire una realtà virtuale in cui le forme iniziano a coincidere con la realtà”.

Cambiamenti sociali. “Venti anni fa – ricorda - la nostra sala d’aspetto era popolata esclusivamente da persone adulte. Ora sembra la stanza di ricreazione del liceo. La presenza dei giovani che si rivolgono allo specialista in sessuologia è aumentata notevolmente. Nei ragazzi il desiderio di appagare la partner è radicato con forza, sconfinando a volte nella paura dell’insuccesso”.

Conferenza stampa Roma, venerdì 8 maggio 2015 - h.11.30
Circolo Canottieri Tevere Remo - Lungotevere in Augusta 28