PATOLOGIA:
Artrosi

Descrizione
Lo scheletro è un vero capolavoro di ingegneria: forte e flessibile, sostiene tutto il peso del nostro corpo e al tempo stesso ci consente di muoverci liberamente. Questo accade perchè le ossa che lo compongono sono estremamente leggere, la loro struttura è spugnosa all'interno e compatta in superficie. Così possono proteggere nervi, vasi sanguigni e il midollo osseo che vi scorre all'interno. Certo, è importante che rimangano sempre robuste e flessibili. Se ciò non accade, è possibile che siano affette da una malattia piuttosto dolorosa, l'artrosi. Che oggi è possibile individuare e curare con le terapie giuste.

Prima di spiegare ai lettori che cos'è la malattia "artrosi", vale la pena soffermarci sulla nostra anatomia: lo scheletro umano (apparato osseo) è formato da numerose ossa (alla nascita ne possediamo circa 350, poi alcune si fondono tra di loro, come nel caso delle ossa piatte del cranio).
In generale le ossa possono essere più o meno lunghe, piatte eccetera, e si "articolano" una con l'altra per rendere possibili gli innumerevoli movimenti di cui è capace l'uomo.
A sua volta, ogni estremità di un osso è unita a quella di un altro da una particolare struttura chiamata "articolazione".
Le malattie delle articolazioni sono distinte schematicamente in ARTRITI o ATROSI a seconda che predominino i fenomeni infiammatori oppure degenerativi. Ogni "articolazione" è una realtà complessa, perchè è formata dalle cartilagini periferiche delle ossa; da uno spazio tra di esse ripieno di liquido, con funzione insieme ammortizzante e nutriente i componenti articolari (liquido sinoviale); da una capsula che "tiene insieme" e parti; da muscoli e tendini intorno che, con e loro azioni di contrazione o rilasciamento, "regalano" efficacia e armonia ai movimenti.
Ebbene, l'artrosi è una "sofferenza articolare" di tipo evolutivo: ciò significa che tende a peggiorare nel tempo, ed è caratterizzata inizialmente da un'usura delle cartilagini delle articolazioni a cui consegue, purtroppo, una modificazione di tutte le strutture che le compongono (tessuto osseo, capsula, muscoli).
L'usura delle parti cartilaginee provoca uno stato infiammatorio e, via via, un assottigliamento dello spazio tra un capo osseo e l'altro. Ma causa anche l'ispessimento della capsula articolare, che diventa sempre più rigida; l'alterazione del delicato equilibrio tra cellule che costruiscono e distruggono (tanto che la cartilagine può "ossificarsi" e i capi ossei invece "rarefarsi") e infine provoca la contrazione dei muscoli inseriti intorno all'apparato.
L'esito finale del processo artrosico, dopo molti anni, è il blocco totale dell'articolazione interessata con perdita deha sua funzionalità.

L'artrosi rappresenta la malattia più frequente nell'età senile e le cifre lo stanno a dimostrare: infatti manifesta segni radiologici di artrosi l'87% delle donne e l'83% degli uomini di età compresa tra i 55 e i 65 anni.

Le alterazioni della cartilagine

Nonostante i progressi della ricerca, non sono ancora chiari i meccanismi che nell'artrosi provocano la degradazione della cartilagine, ma indubbiamente si tratta di un processso molto complesso, che a livello microscopico interessa molti elementi cellulari in grado di determinare alterazioni biochimiche della cartilagine articolare.
Queste modificazioni microscopiche si riflettono sulle proprietà meccaniche della cartilagine: in particolare viene a diminuire l'azione "ammortizzatrice" delle sollecitazioni meccaniche cui è sottoposto l'osso subcondrale, che con il tempo va incontro a un vero e proprio processo di condensazione o di sclerosi producendo un osso più resistente ma meno elastico.
La conseguenza più evidente è che la cartilagine sovrastante viene a trovarsi tra "l'incudine" (rappresentata dall'osso subcondrale) e il "martello" (costituito dalle sollecitazioni meccaniche), situazione che accelera la distruzione della cartilagine nell'area interessata.
Ai processi regressivi della cartilagine si aggiungono i tentativi di riparazione dei condrociti, destinati a fallire, con il risultato di una ulteriore progressione delle lesioni articolari, fino alla completa disorganizzazione della struttura.

Chi rischia di più

In medicina prevenire significa attuare provvedimenti mirati a impedire l'insorgenza di una malattia (prevenzione primaria) oppure limitare i danni da essa derivabili (prevenzione secondaria).
Nella malattia artrosica la prevenzione primaria si identifica nella correzione dei fattori predisponenti.
Vediamo quelli più importanti.

Età. Non è vero che a causa dell'invecchiamento tutte le persone sono destinate ad avere l'artrosi. E' però vero che chi si dimentica di avere un corpo nato per "muoversi" nei suoi più ampi aspetti, può notevolmente rischiare, invecchiando, di avere l'artrosi. Dunque è necessario dedicare con costanza un po' di tempo a un'attività fisica tenendo conto che "non è mai troppo tardi" e che questo è possibile ad ogni età. Tutte le articolazioni rimangono vitali ed elastiche proprio grazie al movimento.

Ereditarietà. Non si può fare nulla contro la predisposizione ereditaria all'artrosi se non avere più attenzione di altri alla correzione dei fattori di rischio qui presentati.

Obesità. E' fondamentale diminuire l'apporto calorico nella dieta e incrementare l'attività fisica per far consumare meglio gli eccessi calorici.
Occorre ricordare che un giusto peso corporeo previene in parte le malattie cardiovascolari e soprattutto l'artrosi delle anche e delle ginocchia.
All'insorgere della menopausa è necessario tenere sotto controllo i dosaggi ormonali.
In alcuni casi, non solo per prevenire l'osteoporosi ma anche l'artrosi, specialmente per le donne potrebbe essere necessario assumere per qualche tempo degli ormoni estrogeni.

Ambiente. In alcuni lavori che sappiamo essere predisponenti l'artrosi, è necessario modificare sia i ritmi che le posizioni del corpo soprattutto facendole variare il più possibile.
Esiste una scienza medica chiamata "ergonomia": essa studia e risolve i problemi inerenti il rapporto ambiente di lavoro-lavoratore. Molto spesso bastano pochi, semplici accorgimenti per mantenere alta la produttività con minore sforzo corporeo.

Fattori locali. Ginocchia, valghe o vare, scoliosi, piedi piatti, displasia delle anche eccetera, sono tutte situazioni abnormi che vanno diagnosticate fin dall'infanzia e modificate. Vi sono peraltro atteggiamenti corporei scorretti non sostenuti così chiaramente da una causa precisa ma da posizioni abitudinarie via via apprese negli anni. In questo caso occorre "l'analisi posturale" fatta dal fisiatra oppure anche dal chiropratico (specializzato nell'individuare e nel correggere questi squilibri per comprendere dove nasce il disequilibrio e per studiare, insieme alla persona, i modi per apprendere ex novo una postura corretta anti artrosi.
Artrosi
Artrosi
Come si manifesta
Quali sono i campanelli d'allarme
I sintomi dell'artrosi sono esclusivamente locali, si presentano tardivamente rispetto all'inizio della malattia e a volte hanno periodi di attenuazione o remissione spontanea.
Ma due in particolare sono i campanelli d'allarme che segnalano la presenza della malattia: il dolore e la difficoltà nei movimenti.
Ecco come si manifestano.

-Il dolore.
La caratteristica del dolore artrosico è di essere acuto quando inizia il movimento (soprattutto la mattina) e di scomparire addirittura a mano a mano che ci si muove.
Dopo una prolungara attività, il dolore si ripresenta, per esempio, la sera. Mentre si riposa invece il dolore spesso è assente. Quando il processo artrosico è molto avanzato il dolore il più delle volte è continuo.
Infine può accentuarsi durante i cambiamenti climatici, soprattutto con l'umidità, nelle giornate di vento, oppure quando si passa da un ambiente caldo a uno freddo.

- La limitazione dei movimenti.
E' provocata dagli eventuali ostacoli meccanici causati dall'alterazione dei capi articolari (ossificazione delle cartilagini, diminuzione degli spazi e del liquido intrarticolare eccetera).
Un'altra causa limitativa è data dalle contrazioni muscolari intorno all'articolazione, che sono la conseguenza di una vera e propria reazone difensiva: l'organismo, per sfuggire a dolore, cerca in parole povere di "tenere ferma" la parte sofferente.
Come è fatta un'articolazione?
Nel disegno i punti principali che la compongono.

I sintomi da non sottovalutare
Vi sono altri sintomi che è facile riconoscere nelle varie parti colpite dalla malattia e aiutano in questo senso la formulazione della "diagnosi".
Vediamone alcuni.
Artrosi cervicale.
Se il processo artrosico è localizzato nella parte alta della colonna cervicale, sotto la nuca, vi può essere mal di testa generalizzato detto "a casco".
Invece se l'artrosi interessa la parte più bassa può insorgere dolore alle spade, che spesso si irradia in tutto l'arto superiore fino alla mano (cervico brachiaigia).
In alcuni casi, se l'artrosi e le tensioni muscolari circostanti comprimono o irrtano le strutture nervose e vascoari della zona, sono presenti vertigini (a volte con vere violente crisi), tacnicardia, nausea, ronzii auricolari e, qualche rara volta anche disturbi visivi. Uno dei più frequenti sintomi, soprattutto all'inizio, è quello di avvertire, quando si muove la testa verso destra o sinistra, dei " rumori" cervicali spesso descritti come "sabbia che fa attrito".

-Artrosi dorsale.
Il dolore spesso è localizzato e può essere provocato dai colpi di tosse; a volte si irradia ai fianchi ed alle costole oppure alla parte anteriore del torace.

- Artrosi lombare.
Sintomi dell'artrosi in questa parte inferiore della colonna vertebrale possono presentarsi in modo acuto e cronico. La forma acuta insorge bruscamente con fenomeni di blocco (cosa che molto spesso accade dopo uno sforzo in flessione), e il dolore e' "a sbarra", cioè trasversale nella parte lombare della scniena, con possibile irradiazione lungo il nervo sciatico (lombosciatalgia).
La forma cronica può manifestarsi dopo uno oppure più episodi acuti e il dolore è meno violento ma continuo, accentuato dagli sforzi e il più delle volte dallo stare in piedi per lungo tempo. Anche in quest'ultimo caso si verifica una specie di blocco nei movimenti, specialmente nel flettere il tronco, ruotarlo, portare e braccia in alto, aizarsi da una sedia eccetera.

- Artrosi dell'anca.
La coxartrosi, o artrosi dell'anca, si presenta con dolore locare e, più spesso, con dolore inguinale, alla parte interna della coscia e del ginocchio.
Il dolore, inizialmente non molto intenso, cessa con il riposo, si manifesta nuovamente all'inizio del movimento per poi calmarsi e riprendere dopo aver camminato in modo più o meno prolungato. La persona che soffre di coxartrosi spesso racconta di far fatica a calzare le scarpe, a infilare le calze e persino i pantaloni, a scendere piuttosto che a salire le scale, ad accavallare le gambe.

- Artrosi del ginocchio.
Il dolore è riferito di solito alla rotula, alla faccia interna del ginocchio e posteriormente. Nell'atteggiamento del ginoccnio in semi flessione e nei movimenti sono presenti "scrosci" articolari. Anche in questo caso la persona riferisce di avvertire dolore più quando scende che quando sale le scale. L'articolazione a volte si gonfia per l'aumento del liquido intrarticolare (perchè è l'espressione di una riacutizzazione infiammatoria) e talvolta si verifica addirittura una diminuzione di tutta la muscolatura della coscia.
Impara a riconoscerli in tempo

Gli specialisti oggi sono orientati a pensare che siano numerosi ifattori che predispongono alla malattia o che la attivano. L'età resta uno deifattori di rischio più importanti, ma anche il sovrappeso vi può mandare in crisi: le articolazioni infatti sono costrette a sorreggere un peso eccessivo. E quindi a fare uno sforzo eccessivo. Passiamo brevemente in rassegna quelli che sono considerati i fattori di rischio più importanti.

Ginoccio, schiena, ma non solo
L'artrosi, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, colpisce tutte le articolazioni, ma diventa grave solo quando ne colpisce alcune in particolare. Per esempio è piuttosto raro che si localizzi alle caviglie o alle spalle, anche se qualsiasi articolazione può diventare artrosica se ha subito un trauma o se è stata sede di qualche altra malattia. Vediamo dunque più da vicino quali sono le "zone" più colpite.

Il processo artrosico può conferire all'articoazione colpita una deformazione grossolana, e questo è un segnale della presenza del disturbo.
Ma guai sono le sedi maggiormente colpite? L'artrosi predilige alcune zone: la colonna vertebrale, le anche e le ginocchia, perchè sono le articolazioni che sopportano il peso del corpo. E poi le articolazioni più esposte al movimento, per esempio quelle terminali delle mani e quelle alla base del pollice e dell'alluce. Ecco dunque gli organi "bersaglio".

Ginocchio
L'artrosi del ginocchio è una delle più frequenti ed invalidanti forme diartrosi. Colpisce entrambe le articolazioni ed è favorita dall'obesità, dalle deviazioni del ginocchio verso l'esterno o interno o da esiti traumatici.
Nell'artrosi del ginocchio è particoarmente evidente il fatto che l'artrosi è un processo settoriale; solo nelle fasi avanzate viene coinvolta l'intera articolazione. Anche in questa localizzazione il sintomo principale è il dolore che si manifesta durante la deambulazione, nel salire o scendere le scale e nell'alzarsi in piedi. Al dolore può associarsi rigidità ma non blocco articolare.
Nei casi avanzati la sintomatologia dolorosa può impedire la deambulazione.
Ancne in questa forma di artrosi la chinesiterapia assume un ruolo fondamentale per conservare la mobilità dell'articolazione. Affiancata dalla terapia riabilitativa, la terapia fisica (ipertermia, laserterapia, ultrasuoni) consente al paziente di convivere a lungo con la patologia senza grandi limitazioni nella vita quotidiana.


Il ginocchio rischia di più
Le localizzazioni del processo artrosico risentono di fattori costituzionali, ambientali, lavorativi. In genere sono più colpite le articolazioni delle mani e dei piedi, le ginocchia, l'anca, la colonna vertebrale.
Ecco una breve "classifica":
ginocchio: 60%
mani: 40%
piedi: 40%
anca: 35%
rachide lombare: 32%
rachide dorsale: 30%
rachide cervicale: 25%
polso: 15%

Anca
Un'altra forma di artrosi molto frequente è la coxartrosi. Le artrosi dell'anca vengono distinte in due grandi gruppi: primitive e secondarie.
Nelle forme primitive il processo degenerativo è attribuito a fattori generali o costituzionali che rendono la cartilagine articolare biologicamente meno resistente.
Nelle coxartrosi secondarie il danno articolare può essere causato da:
sublussazioni (l'articolazione non è uscita del tutto dalla sua sede naturale) o displasie congenite, traumatismi ripetuti, fratture, distrofie. Si manifesta tra i 50 e i 60 anni con sintomato ogia dolorosa inizialmente dopo sforzi intensi. Il dolore in seguito compare ancne per prestazioni non impegnative; esso viene avvertito in genere nella regione inguinale con irradiazione al gluteo e al trocantere. Con il progredire del processo artrosico i movimenti dell'anca si fanno sempre più limitati rendendo particolarmente doloroso fare le scale o camminare su terreno accidentato. Nelle fasi tardive il dolore può divenire continuo anche a riposo e nelle ore notturne.
Il paziente affetto da coxartrosi generalmente ritarda il consulto dal medico ortopedico fin quando la sintomatologia dolorosa e l'impotenza funzionale non incidono con la vita di relazione.
Infatti il paziente nel corso del tempo non riesce più a effettuare con disinvoltura semplici atti quotidiani, quale quello di alzarsi da una poltrona; inoltre sente dolore dopo una lunga stazione eretta, dolore durante la deambulazione e incertezza nel camminare anche se soltanto per pochi metri.

Mani
L'artrosi delle mani viene considerata la più tipica espressione dell'artrosi primaria e interessa le articolazioni interfalangee distali dove si riscontrano nodosità caratteristiche.
I sintomi iniziali sono rappresentati dall'indebolimento, torpore e rigidità delle dita. Con il progredire dell'artrosi i disturbi diventano più gravi, al punto da causare una vera e propria limitazione dei movimenti semplici delle mani.

Dal punto di vista radiologico le alterazioni più evidenti sono le proliferazioni osteofitosiche (piccoli speroni) a livello delle falangi distali.
A causa del suo carattere spesso deformante questa forma di artrosi può essere facilmente confusa con la poliartrite cronica oppure con l'artrite reumatoide.

Rachide
Un'altra frequente sede di artrosi è la colonna vertebrale con prevalenza nei tratti cervicale e lombare.
A questo livello i processi degenerativi insorgono a carico dei segmenti più mobili con preferenza per le vertebre maggiormente impegnate dal punto di vista meccanico.
Nella larga maggioranza dei casi a livello cervicale si ha dolore e rigidità del collo con accentuazione dovuta a particolari posture nel lavoro o nel riposo notturno.
A livello lombare la manifestazione più frequente è la lombalgia che assume connotazioni diverse legate alle alterazioni degenerative presenti nel rachide lombare.
La lombalgia acuta compare improvvisamente dopo uno sforzo o in seguito a una brusca flessione e si associa a uno spasmo della muscolatura lombare.
La lombalgia cronica può seguire a episodi acuti oppure instaurarsi come tale ed è legata a lesioni discali o a pseudoartrosi.



Se capita al collo
L'artrosi cervicale provoca un dolore tipico ai lati dei collo, che diventa più intenso:

- se si assumono particolari posizioni,
- quando fa freddo oppure se c'è molta umidità.

Il dolore si può far sentire anche a livello della nuca e delle spalle e spesso la persona non riesce a girare il collo. Inoltre, si possono avvertire anche vertigini, formicolii e disturbi dell'udito.


Piede
L'artrosi primaria delle articolazioni del piede è rara, di solito si tratta di forme secondarie ad alterazioni posturali (piede piatto, piede cavo, alluce valgo).
La sintomatologia dolorosa coinvolge ampie zone del piede ed è in rapporto con il carico, mentre può scomparire a riposo. Nell'artrosi del piede l'uso di plantari adeguati riveste un ruolo fondamentale nel controllo dei sintomi e dell'evoluzione della malattia.
Artrosi
Artrosi

Terapia
L'importanza di una diagnosi precoce
Sono molte le cause responsabili dell'artrosi.
Ma sono anche molte quelle ancora sconosciute, da capire ed identificare. Per questo gli esperti parlano di artrosi primaria e artrosi secondaria. Quando la malattia insorge senza una causa apparente, si parla di artrosi primaria. In questo caso i medici spesso non escludono la predisposizione familiare.
Quando a determinare la malattia è un evento chiaramente identificabile, si parla di artrosi secondaria. Le sue cause? Dall'età al peso, all'ambiente. Sono questi alcuni degli elementi che possono aiutare il medico a formulare la diagnosi corretta.

Quando la diagnosi è certa la terapia è volta a ridurre il dolore con l'impiego di farmaci antinfiammatori e antidolorifici e a conservare oppure a recuperare il movimento dell'articolazione con la chinesiterapia.
Allo stato attuale tuttavia la migliore cura dell'artrosi è la prevenzione.
Artrosi
Note
Fattori generali

- L'età.
Inevitabilmente l'invecchiamento colpisce anche le strutture articolari: le cartilagini, così come il liquido sinoviale, divengono sempre meno capaci di sopportare i "carichi" e di rinnovarsi. D'altro canto è pur vero che non tutte le persone anziane soffrono di artrosi e che si verificano sempre più numerosi i casi di giovani, soprattutto tra le donne, che ne sono colpiti.

- Ereditarietà.
Non è stato dimostrato che l'artrosi sia ereditaria, anche se è ben documentato invece che c'è predisposizione a questa malattia se si hanno la madre o il padre che ne soffrono.

- Obesità.
Il sovrappeso, in particolare quando diviene obesità, è sicuramente uno dei fattori di rischio più incisivi nell'artrosi, soprattutto in quella delle ginocchia, delle anche e della parte lombare della colonna vertebrale. Peraltro in molte persone obese si riscontra un aumento della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia) e di colesterolo e queste due sostanze sembrano favorire l'insorgere della malattia.

- Squilibri ormonali.
Alcune alterazioni ormonali favoriscono l'insorgenza dell'artrosi. La carenza di estrogeni, in particolare, ha mostrato una spiccata azione che favorisce la malattia, che proprio per questo, può colpire le donne in menopausa.

- Ambiente.
L'artrosi può essere considerata una malattia professionale in alcuni tipi di lavoro: chi utilizza il martello pneumatico (artrosi alle mani, gomiti, spalle); chi guida i camion (artrosi lombare); chi lavora per lungo tempo con il computer (artrosi cervicale-dorsale). In generaie ogni attività lavorativa può predisporre all'artrosi quando si permane in posture (posizioni del corpo) "fisse".

Fattori locali
Tra le cause dell'artrosi assume importanza l'ipotesi di traumi e microtraumi provocati da usura in rapporti articolari scorretti. Ne conseguono microfratture nelle fini strutture dei capi ossei che formano l'articolazione, causando così perdita di elasticità e dunque rigidità. In questo caso e cartilagini, troppo sovraccaricate, diventano via via sofferenti. In seguito la cartilagine diviene meno adatta a sopportare gli stress meccanici dati dai movimenti e dal peso corporeo e inizia così il processo artrosico.
I rapporti articolari scorretti sono riconducibili a due gruppi fondamentali: il primo comprende deformità congenite o acquisite come e ginocchia valghe (dette a X), la sublussazione dell'anca, la scoliosi eccetera; il secondo riguarda tutte quelle situazioni di natura traumatica come le fratture con infiammazione articolare.

Quando non è artrosi
Alcune patologie si manifestano con dolore simile a quello dell'artrosi. Eppure si tratta di malattie differenti, per esempio:
artrite reumatoide, artropatia psoriasica, gotta, spondilite anchilosante.

A) L'artrite reumatoide è una patologia cronica infiammatoria che colpisce la membrana sinoviale delle articolazioni e presenta caratteristiche che la differenziano dall'artrosi primaria: rigidità mattutina, predilezione per le articolazioni metacarpo-falangee, presenza di noduli reumatoidi sottocutanei (i noduli di Heberden). La radiografia, almeno nelle fasi iniziali, dimostra osteoporosi dei capi articolari interessati dalla patologia. L'evoluzione dell'artrite reumatoide conduce alle tipiche deformazioni articolari delle mani (dita a collo di cigno; a colpo di vento; pollice a Z) e dei piedi (deformazione in valgo dell'alluce, a martello delle altre dita), producendo esiti altamente invalidanti.
B) L'artropatia psoriasica associa all'artrite la psoriasi, ovvero una malattia della pelle. La malattia predilige le articolazioni interfalangee distali e si manifesta in maniera asimmetrica: il riscontro clinico di lesioni cutanee associate è quindi utile per la corretta diagnosi.
Il quadro radiologico è caratterizzato, da erosioni ossee, reazione periostale e rima articolare che rimane inalterata nelle fasi iniziali.
C) La gotta si manifesta in persone che hanno un aumento di acido urico nel sangue (iperuricemia), perchè non lo hanno eliminato con le urine opure lo hanno prodotto in eccesso, i seguito a un disturbo del metabolismo.
La malattia si manifesta con le caratteristiche tumefazioni articolari, rossore della cute, dolore specialmente dell'alluce. L'attacco acuto si manifesta proprio quando i cristalli di urato vengono liberati.
D) La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica che inizia a livello delle articolazioni sacro-iliache del bacino e si diffonde, dal basso verso l'alto, a tutta la colonna vertebrale.
Colpisce soprattutto gli uomini, specialmente tra i 20 e i 40 anni, e si manifesta inizialmente con rigidità e dolori nella parte bassa della schiena che si riacutizzano nelle ore notturne. Nella spondilite anchilosante periodi di riacutizzazione e di remissione si alternano; a lungo andare la schiena si incurva, fino a determinare l'invalidità.
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La classifica delle malattie
L'artrosi può essere considerata una malattia sociale per l'elevato numero di eventi patalogici che determina nella popolazione anziana. Da una stima della prevalenza delle più frequenti malattie reumatiche in Italia (1994) si evidenziano questi dati:
osteoartrosi: 4.000.000
reumatismi extra-articolari: 700.000
artrite reumatoide: 410.000
spondilite anchilosante: 151.000
gotta: 112.000
Connettiviti: 33.600
reumatismo articolare acuto: 500
altre reumopatie: 100.000