PATOLOGIA:
Scoliosi
Ne soffrono sia i bambini sia gli adulti.
Nella maggior parte dei casi è utile lo sport

Descrizione
Quando le curvature naturali della colonna vertebrale subiscono modificazioni, può facilmente comparire il mal di schiena.
La distribuzione del peso sulle vertebre e sulle varie parti della colonna, infatti, non è più quella ideale e così compaiono i dolori.

Il termine scoliosi deriva dal greco "skolios", che significa "curvo", e indica una deviazione laterale della colonna vertebrale, persistente e non modificabile volontariamente, che si accompagna a una torsione dei corpi vertebrali e che coinvolge, di conseguenza, tutte le strutture anatomiche che con questi si articolano. E' piuttosto frequente negli adolescenti, a causa soprattutto di posture "sbagliate" protratte a lungo.

La deformazione della colonna vertebrale interessa più frequentemente il sesso femminile e si manifesta, di solito, durante l'età della crescita.
Una cosa è certa: essa insorge in modo subdolo, senza dolore e senza compromettere lo stato di salute generale dell'individuo.
Le curvature e le torsioni della colonna possono generare malformazioni del torace e squilibri della muscolatura con formazione del cosiddetto gibbo, modificazioni degli organi interni (esofago, polmoni, cuore) e conseguenti alterazioni della respirazione e della funzionalità cardiaca.

A seconda delle cause che ne sono l'origine, si distinguono tre tipi di malattia:

- scoliosi congenita, determinata da malformazioni vertebrali o muscolari presenti alla nascita;
- scoliosi acquisita dovuta a processi infiammatori, a traumi alle ossa (traumi alle vertebre, interventi chirurgici al torace), a malattie del sistema nervoso (poliomielite, disturbi al midollo spinale), a disturbi reumatici (come l'artrite), a neoplasie o a dismetrie degli arti interiori
- scoliosi idiopatiche o essenziali, che rappresentano l'80% di tutte le scoliosi. Questo tipo di scoliosi non ha una causa nota all'origine, spesso infatti sono molteplici i fattori che la determinano (ereditarietà, familiarità, deficit alimentari, malattie ormonali, alterazioni primarie della muscolatura paravertebrale).
Alla ricerca delle cause

Grazie alla ricerca scientifica realizzata in questi ultimi venticinque anni la deformazione vertebrale appare sempre più come "la punta di un iceberg", segno di una sindrome complessa dalle molteplici cause, vera e propria manifestazione di uno squilibrio che non interessa primariamente colonna.
Come si manifesta
I segnali più evidenti
La scoliosi può essere riscontrata durante una visita medica a un controllo pediatrico, oppure dal medico curante o dallo specialista ortopedico/fisiatra.
Ma è possibile riconoscerla subito?
I suoi segnali sono piuttosto chiari: si manifesta con un'asimmetria dello scheletro in stazione eretta o durante i movimenti della colonna vertebrale.
Le alterazioni più evidenti sono piuttosto numerose e possiamo schematicamente riassumerle:

- la sopraelevazione di una spalla;
- l'obliquità e la rotazione del bacino;
- la deviazione laterale delle spinose e la gibbosità in carico;
- lo strapiombo del tronco sul bacino;
- l'inversione delle curve fisiologiche della colonna;
- le alterazioni del torace (piatto, depressione condro-costale, rachitico, a imbuto, carenato);
- lipercifosi dorsale o l'iperlordosi lombare;
- alterazioni delle ginocchia e dei piedi (valgismo, varismo, piattismo).



E' importante rilevare la regolarità o la asimmetria dei "triangoli della taglia", che sono formati dal margine esterno del torace, dal profilo del bacino e dal margine mediale dell'arto superiore, che cade spontaneamente.
L'appiombo vertebrale indica la compensazione della curva: questo si determina facendo cadere un filo a piombo dal centro dell'occipite, nell'appiombo normale questo passa nella rima interglutea.

E' scoliosi oppure no?

Si può distinguere un semplice atteggiamento scoliotico da una scoliosi vera facendo curvare il paziente in avanti ed esaminando il profilo della colonna: nel paziente con atteggiamento scoliotico i processi spinosi si allineano, nello scoliotico vero questo non avviene e, dal lato della convessità, si rende evidente il gibbo.
L'indagine radiografica permette di valutare la deflessione laterale della colonna, la rotazione, il grado di maturità ossea, l'angolo ileo-lombare, l'angolo di inclinazione costale e di monitorare l'evoluzione della curva scoliotica.
E' importante che la scoliosi venga riconosciuta in più presto possibile per attuare al più presto un trattamento adeguato.

Varie forme
Una delle cause della curvatura della schiena è la scoliosi. Colpisce soprattutto i bambini, ma è tra gli adulti che causa maggiori problemi: con il passare degli anni, infatti, la scoliosi può dare origine a mal di schiena molto fastidiosi.
Innanzitutto, è necessario distinguere tra le diverse forme della malattia. Le più comuni sono:

- l'atteggiamento scoliotico,
Ila scoliosi cosiddetta "idiopatica" (senza cause apparenti).
L'atteggiamento scoliotico non è altro che la classica schiena storta di cui soffrono molti bambini.
Provoca uno spostamento di una parte della colonna (spesso quella lombare) verso destra o verso sinistra, dovuto a cattive posizioni, come per esempio l'abitudine di:

- tenere le spalle piegate in avanti,
- appoggiarsi di lato sul banco di scuola.
La ginnastica
Per arrestare il disturbo ed evitare la comparsa di altri problemi in futuro, è molto utile praticare sport, che aiuta a:

- rafforzare i muscoli della schiena,
- sostenere la colonna vertebrale.
L'attività fisica serve soprattutto ai bambini, ma può aiutare anche gli adulti.
Se è "idiopatica"
La scoliosi idiopatica è una malattia che compare nei bambini predisposti, ma che non ha cause precise.
Chi soffre di questa malattia, ha:
- la colonna vertebrale che è spostata verso destra o sinistra,
- le vertebre che sono ruotate su se stesse.
Per arrestare la malattia, è spesso necessario, durante l'infanzia, ricorrere a un corsetto, cioè a un busto fisso in gesso o mobile, che serve a tirare la colonna vertebrale e a spingere le curvature verso l'asse naturale.
Se, nonostante ciò, gli adulti che hanno sofferto di questo problema continuano ad avere il mal di schiena può essere utile:
- un pò di ginnastica,
- un corsetto da portare qualche ora al giorno.
IN GRAVIDANZA
Anche durante la gravidanza possono comparire fastidiosi a mal di schiena.
I chili in più, infatti, fanno sì che la curvatura lombare si accentui, come nelle persone obese.
Dal sesto mese di gravidanza in poi, le vertebre diventano più instabili, perchè in previsione del parto aumenta l'elasticità dei tessuti. Questo fa sì che sostenere il peso del corpo diventi più difficile e soprattutto più doloroso.
Bisogna, pertanto, cercare di far aumentare troppo di peso (non oltre i 10-12 chili).

Chili in più

Oltre alla scoliosi, anche l'obesità e il peso eccessivo possono favorire la comparsa del mal di schiena, soprattutto a livello della zona lombare.
I chili in più, infatti, aumentano lo sforzo che la colonna lombare deve sopportare per sostenere il corpo e accentuano la curvatura naturale della schiena verso l'interno. Il peso eccessivo può anche causare danni ai dischi intervertebrali, con il rischio che compaia l'artrosi.
L'unica soluzione è riconquistare il peso forma.
Scoliosi

Scoliosi
Scoliosi
Terapia
Le tappe principali della rieducazione
Le modalità terapeutiche si basano sulla rieducazione posturale, e possono essere schematizzate in questi punti:
- presa di coscienza del proprio corpo attraverso sensazioni di contrazione e rilasciamento del sistema muscolare;
- presa di coscienza del corpo nelle varie posture con o senza l'assistenza manuale del fioterapista;
- controllo segmentario e globale del rachide;
- educazione respiratoria;
- educazione ergonomica consistente nell'apprendimento di atteggiamenti e movimenti funzionali corretti;
- rafforzamento dei muscoli paravertebrali e dei muscoli addominali e degli arti inferiori in postura corretta e con contrazioni isometriche;
- stimolazioni delle reazioni di equilibrio in postura corretta;
- sviluppo delle funzioni cardiorespiratoria e metabolica attraverso attività motoria globale o di tipo sportivo non agonistico escludendo gli sport che mobilizzano in modo eccessivo la colonna.

Corsetti, chinesiterapia o intervento chirurgico?

Nelle scoliosi evolutive gravi spesso è necessario intervenire applicando dei corsetti ortopedici correttivi (busti), alternati o meno a secondo l'evoluzione della patologia a corsetti gessati che hanno lo scopo di correggere le curve scoliotiche della colonna sia dinamiche sia statiche.
Anche in questi casi bisogna continuare la chinesiterapia nella fase preparatoria al busto, nella fase in busto e nella fase di liberazione dal busto per la rieducazione e l'integrazione posturale, la respirazione e l'equilibrio.
I corsetti ortopedici più usati sono il Milwaukee principalmente nell'età prepuberale, il corsetto a tre punti di Michel ed il corsetto di Boston per le scoliosi lombari.
Tra gli apparecchi gessati ricordiamo l'EDF (Elongazione, Derotazione, Flessione) di Cotrel.
In caso di deformità molto gravi, prima della fissazione (artrodesi) occorre convergere la curva scoliotica. Questo può avvenire mediante apparecchi gessati, tipo gesso di elongazione, che sono forniti di due viti senza fine sui fianchi, con i quali si ottiene un progressivo raddrizzamento della curva girando le due viti.
Una volta corrette le curve si procede chirurgicamente alla stabilizzazione della colonna mediante fusione delle vertebre interessate (artrodesi) con prelievi ossei ricavati dal bacino.
Questo intervento può essere fatto, per via posteriore, con lo strumento di Harrington: è formato da una barra di acciaio che corregge le curve.
Per via anteriore, invece, si può ricorrere al metodo di Dwyer, che consiste nell'applicazione di un tirante dopo la resezione di alcuni dischi.

Chinesiterapia e psicoterapia

E' bene ricordare che qualora sia necessaria la terapia chirurgica (che ha come scopo quello di svolgere la curva scoliotica e stabilizzare la colonna), la chinesiterapia rimane sempre un trattamento essenziale sia nella fase precedente che dopo l'intervento chirurgico.
Non dimentichiamo inoltre che l'approccio terapeutico è in evoluzione sempre crescente: non si tratta più di curare la malattia scoliosi, ma il paziente scoliotico bambino, adolescente o adulto.
Da non sottovalutare quindi il supporto psicologico, in quanto la scoliosi spesso genera un disturbo dell'immagine corporea e un'accresciuta difficoltà a socializzare e, addirittura, può alterare la formazione dell'identità personale in particolar modo durante il delicato periodo dell'adolescenza.

Bisogna correggere gli atteggiamenti "sbagliati"

Nei giovani, e talvolta negli adulti, si possono trovare deviazioni della colonna che si sono generate per via del mantenimento di posizioni non corrette.
Si tratta degli atteggiamenti di postura preteriti da ogni persona.
L'atteggiamento non viene riconosciuto "sbagliato" semplicemente perchè è più comodo.

"Sport e ginnastiche specifiche riportano la colonna in linea"

Sono frequenti i casi di scoliosi accentuate proprio negli studenti, dovute principalmente al mantenimento di posizioni corporee viziate sui banchi di scuola e nelle ore di studio.
Se col tempo questi atteggiamenti non vengono corretti con un po' di autocontrollo, con lo sport o con ginnastiche specifiche, a colonna si stabilizza in posizioni non naturali, sfociando anche in scoliosi gravi. Nel bambino scoliotico, quando la malattia è nelle sue fasi iniziali si cerca di inculcargli questi semplici consigli di postura in quanto si può giungere a una remissione della malattia completa semplicemente stando seduti bene, oppure evitarne l'aggravamento a fasi che determinerebbero la disabilità in futuro.
Obiettivo numero 1: sconfiggere il dolore

La terapia dell'artrosi in generale mira ad arrestare, a rallentare e quindi far regredire il corso della malattia o perlomeno a ridurre se non addirittura eliminare i dis- turbi da essa provocati.
Allo stato attuale delle ricerche è possibile classificare i trattamenti anti-artrosi in tre gruppi principali: farmacologico, ortopedico, fisiatrico. Proviamo a conoscere più da vicino l'efficacia dell'approccio farmacologico.

Analgesici e antinfiammatori

La terapia che prevede l'utilizzo dei farmaci è essenzialmente sintomatica perchè una terapia "causale", cioè mirata a proteggere e riparare le cartilagini articolari; attualmente non è ancora disponibile.
I sintomi da diminuire oppure eliminare con i farmaci sono il dolore e l'infiammazione; per tale motivo dunque si utilizzano analgesici e antinfiammatori.

Tra i farmaci analqesici il più utilizzato è il paracetamolo, che possiede una scarsa tossicità ma è di efficacia limitata; tra i secondi spicca l'acido acetilsalicilico, che ha una potente attività antinfiammatoria ma al tempo stesso un'alta tossicità a livello dello stomaco (provoca gastrite o recidive di ulcera), del sangue (diminuisce la capacità di coagulazione e dunque può provocare emorragie) e del polmone (in chi è predisposto può scatenare addirittura un attacco asmatico).
Attualmente vengono prescritti molti tipi di derivati di quest'ultimo farmaco, arricchiti di fattori protettivi oppure modificati proprio per diminuirne la tossicità soprattutto ai danni dello stomaco. Ma, in generale, si deve purtroppo ammettere che esiste un parallelismo diretto tra l'attività antinfiammatoria di un qualsiasi farmaco e i suoi effetti collaterali. Che cosa significa? Più semplicemente che quanto più un farmaco è efficace tanto più sono frequenti gli effetti indesiderati da esso provocati.
D'altro canto ogni medico sa che nella prescrizione di un farmaco deve sempre tener conto (in "scienza e coscienza") del cosiddetto rapporto costi-benefici. Di conseguenza, quando la situazione infiammatoria (e il dolore che ne deriva) può aggravare l'artrosi, quei farmaci "devono" essere utilizzati.

Miorilassanti e cortisonici

Un'altra categoria di farmaci prescritti in chi presenta artrosi è quella dei miorilassanti e dei cortisonici.
I primi, come dice il loro nome, servono essenzialmente a rilassare i muscoli e vengono utilizzati perchè intorno alle articolazioni colpite c'è sempre una componente di contrattura muscolare che accresce l'impotenza funzionale e la reazione dolorosa.

Il cortisone invece viene somministrato solo in casi selezionati e con grande attenzione da parte del medico a causa della sua alta tossicità. La somministrazione avviene localmente: in questo caso il medico pratica un'infiltrazione nelle articolazioni quando l'infiammazione, oltre che essere grave, è accompagnata da un forte dolore.


I vantaggi della proloterapia
Per alleviare il dolore provocato dal rilasciamento dei tendini e dei legamenti intorno a un'articolazione, oggi lo specialista può ricorrere anche alla proloterapia.
"Il trattamento con la proloterapia (i cui primi studi risalgono al 1956) viene effettuato quando i legamenti di un organo si sono rilassati e i muscoli contratti", spiega il dottor Vittorio Dehò, specialista in terapia fisica e riabilitazione all'istituto Galeazzi di Milano.
"Questa situazione stimola le terminazioni nervose e nel paziente provoca, purtroppo, dolore, a volte persino cronico".
Come avviene la cura?
"Prima di tutto è necessaria un'accurata indagine per identificare gli organi lesi", precisa Dehò. "Le aree colpite vengono marcate e, successivamente, viene tracciato un diagramma. A questo punto inizia il trattamento vero e proprio: lo specialista procede con infiltrazioni multiple, sui punti precedentemente marcati, di una soluzione di anestetico locale e destrosio (cioè zucchero), iniettata nelle inserzioni periostee dei legamenti".
Perchè le infiltrazioni devono essere ripetute ripetute a distanza di tempo?
"Lo scopo è quello di stimolare l'organo a produrre nuovo tessuto fibroso-collageno che assicuri la tenuta dei legamenti all'osso", chiarisce Dehò.
La proloterapia è indicata nei casi in cui, in particolare, il dolore sia provocato da lombalgia, artrosi al ginocchio, alla spalla, all'anca, come pure se il paziente soffre per il cosiddetto "gomito del tennista" o per la assai comune sciatica.
Scoliosi
Consigli
Genitori osservate bene i vostri figli
Sono soprattutto i genitori gli osservatori "privilegiati": a loro va il compito di guardare con molta attenzione il fisico dei loro bambini quando sono nudi; e di farli flettere in avanti e di osservare la loro colonna vertebrale.
Infatti le curvature, se ci sono, sono facilmente visibili. Bisogna inoltre osservare il loro torace, sia davanti sia di fianco, cercando di valutare se è completamente diritto o se, invece, sono presenti anche lievi deviazioni e asimmetrie.
Le posizioni assunte durante la vita quotidiana rappresentano un fattore aggravante lo sviluppo di una scoliosi.

Posizioni corrette e scorrette

Sulla sedia va evitata la posizione a dorso curvo in avanti e/o flesso lateralmente e va evitato l'utilizzo di tavoli da lavoro troppo bassi.
Occorre inoltre evitare la comune posizione del capo appoggiato al palmo della mano con il relativo braccio a gomito appoggiato sul tavolo.

"Per i libri sì allo zainetto a rotelle"

Davanti a computer, televisione e videogames, la colonna vertebrale dovrebbe mantenersi allineata e con minor curvatura sui vari piani.
In piedi, la posture deve essere ben eretta ma nel contempo con il maggior rilassamento muscolare e corretta distribuzione dell'appoggio piantare.
Uno zaino pesante, specie se caricato su una spalla sola, può essere considerato una concausa dell'aggravamento della scoliosi nei bambini.
La scelta dello zaino non è sbagliata, ma va caricato su entrambe le spalle. Consigliati sono gli zainetti con dispositivo a rotelle (trolley). E' meglio evitare che sia troppo pesante, per non incorrere in un eccessivo affaticamento del corpo, che facilita l'abitudine a mantenere posizione "scorrette".

Dieta corretta e tanta attività fisica

Il sovrappeso causa un carico eccessivo della colonna. Peraltro, un fisico troppo magro determina la mancanza di elementi strutturali per il corretto sviluppo. Una dieta adeguata può aiutare una corretta conformazione di ossa e muscoli, evitando così la scoliosi. Sono consigliati i cibi ricchi di calcio, fosforo e vitamina D (latte, formaggi, yogurt, pesce e carni magre), carboidrati complessi (pasta e pane), frutta e verdura senza limitazioni.

"I controlli della colonna del bambino
vanno fatti fino all'età di 12-13 anni"

Una sana e costante attività sportiva favorisce il corretto sviluppo del corpo del bambino, aiuta il mantenimento di un buon tono muscolare e di elasticità. In caso di scoliosi, la scelta dello sport da praticare va presa con lo specialista, comunque è bene evitare gli sport che favoriscono lo sviluppo asimmetrico, quelli che caricano troppo il corpo o che prevedono gesti atletici troppo violenti (tennis, scherma, pugilato, arti marziali).
Consigliabili sono gli sport che allungano i muscoli e potenziano le capacità cardio-respiratorie (pallacanestro, pallavolo).

L'attività sportiva può essere compresa fra le 2 e le 6 ore settimanali.
Alcuni specialisti sconsigliano il nuoto, poichè non favorisce l'allungamento dei muscoli della schiena.
In questo sport vanno preferiti il dorso e lo stile libero, che non richiedendo particolari flessioni della colonna e sono meno dannosi di altri stili (rana, delfino).

Nei casi di scoliosi grave, non è possibile praticare sport oppure, insieme a esso, viene consigliata la ginnastica medica correttiva.
Con una sola raccomandazione: questa deve essere praticata in presenza di fisioterapisti in centri specializzati nel trattamento dei bambini.
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News
"La scoliosi colpisce di più le donne"
E' una patologia che interessa l'intero sistema posturale del corpo. Il linguaggio medico la definisce come la risultante di una strategia di controllo motorio adottata per riadattare un'alterata percezione dell'orientamento corporeo nello spazio; che può derivare da disfunzioni del sistema visivo-spaziale, del sistema neurologico propriocettivo, dell'apparato uditivo o vestibolare che controllano l'equilibrio del corpo nello spazio.
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