PATOLOGIA:
Epatite C: prevenzione e cura

Descrizione
E' una malattia infiammatoria del fegato; è causato dal virus HCV ed è l'epatite più seria esistente oggi.
Un soggetto contagiato dall'epatite C può sviluppare l'infezione anche dopo anni e tale infezione può trasformarsi in malattia cronica o arrivare alla cirrosi epatica.
Una piccola percentuale di soggetti elimina autonomamente il virus entro i primi 6 mesi di contagio.
COSA SUCCEDE AL FEGATO INFETTATO
E' attraverso il sangue che il virus dell'epatite C (l'HIV) arriva al fegato e inizia a riprodursi.
Purtroppo gli anticorpi prodotti dall'organismo non sono in grado di annientare le cellule intatte e l'infezione rimane e procede la sua corsa.
I risultati possono creare diversi problemi: c'è chi contagiato, non subisce danni al fegato anche per anni, però può contagiare lo stesso gli altri; altrimenti vi possono essere danni, anche molto gravi, a carico del fegato perchè il virus ne distrugge le cellule.
L'organismo, a tale distruzione di tessuti, risponde producendone dei nuovi che però purtroppo non sono uguali a quelli vecchi: infatti il nuovo tessuto cicatrizzato rimane troppo rigido e ha difficoltà ha filtrare il sangue.
Questa situazione porta ad un'aggravamento della malattia fino allo stadio di cirrosi nel quale si tende ad avanzare l'ipotesi di un trapianto di fegato.
Come si manifesta
E' un killer silenzioso; non dà particolari sintomi e comunque non sempre ricollegabili a problemi col fegato: affaticamento, febbre, inappetenza, calo di peso, nausea, stanchezza.
Si può purtroppo affermare che i contagiati di epatite sono molti di più di quelli che hanno l'HIV (AIDS); in Italia sono 2 milioni e, anche chi ne guarisce, può infettassi nuovamente poichè ne esistono diverse varianti.

Esami
Primo esame è l'esame del sangue in base al quale c'è un valore che se sballato induce ad un segnale d'allarme per la salute del fegato: le transaminasi.
Le transaminasi alte non indicano forzatamente che sia colpa di un infezione da epatite e per questo vi è un esame più specifico sempre del sangue che va a verificare la presenza di anticorpi detti anti-HCV.
Questi anticorpi vengono prodotti dall'organismo come difesa quando entra a contatto con il virus dell'epatite C; però se si teme di essere stati infettati e immediatamente si eseguono gli esami del sangue si potrebbe non riscontrare alcun valore anomalo perchè il sistema immunitario impiega dai 2 ai 6 mesi a formare tali anticorpi e quindi è buona norma ripetere gli esami a distanza di tempo (ad es. dopo 6 mesi) dal momento del presunto contagio.
A che stadio è arrivata la malattia lo si può capire facendo un piccolo esame: la biopsia.
Con la biopsia si preleva una piccola quantità di tessuto (in questo caso del fegato ) che viene esaminata al microscopio.
E' un'operazione molto semplice, indolore, praticata in anestesia locale.
Terapia
Riguardo la prevenzione non esiste la vaccinazione contro l'epatite C e non esiste neanche una cura che guarisca al cento per cento dall'infezione.
Interferone: è il farmaco più usato per tentare di curarla, è una proteina che l'organismo produce per difendersi dalle infezioni virali e viene riprodotta in laboratorio.
Vi sono 3 tipi di interferone: alfa, beta, gamma, ma il più usato è il tipo alfa: viene iniettato per circa 6 mesi e i risultati non sono sempre positivi quindi può essere associato ad altri farmaci (quali la ribavirina) che ne aiutino l'effetto.
L'interferone può comunque aiutare a rendere inefficace ,anche per un breve periodo, l'azione del virus.
Gli effetti collaterali della cura con interferone sono:

- febbre, mal di testa
- dolore ai muscoli
- irritabilità, depressione

non tutti possono curarsi con l'interferone; infatti ci sono categorie di malati per i quali è sconsigliata la cura con tale farmaco:

1. diabetici
2. donne in gravidanza
3. alcolizzati o drogati
4. chi ha raggiunto il grado di cirrosi
5. chi soffre di malattie legate al cuore, alla tiroide, ai polmoni.
Consigli
COME DEVE VIVERE IL MALATO
La regola principale è VIVERE UNA VITA NORMALE!
Il comportamento più negativo è l'isolamento, il vergognarsi di sè stessi, il sentirsi diversi.
Anche il rifiuto della malattia e la rabbia o la depressione possono solo aggravare lo stato d'animo già messo a dura prova dai disagi fisici provocati dalla malattia stessa.
Regole fondamentali sono: divieto di fumare, di abuso di droghe (anche quelle denominate "leggere"), divieto assoluto riguardo il consumo di alcool che accelera lo sviluppo del virus danneggiando il fegato e interferendo con le cure.
Una alimentazione equilibrata è la forma più giusta di controllo dietetico: pochi grassi, pochi fitti, tante fibre.
PRECAUZIONI VERSO GLI ALTRI
Evitare di contagiare gli altri con semplici ma essenziali regole:
1. informare della propria malattia chi potrebbe essere a rischio di infezione (dentista, estetista,...)
2. non scambiarsi spazzolini da denti, forbicine, rasoi, pinzette per sopracciglia, pettini
3. Attenzione a tatuaggi, piercing, che gli strumenti utilizzati siano sterili e monouso.
4. Non scambiarsi siringhe, aghi
5. Evitare il contatto con sangue infetto
Si esclude che il virus si trasmetta per via sessuale; è comunque raccomandato usare precauzioni durante rapporti occasionali per evitare malattie sessuali che potrebbero aiutare lo sviluppo del virus.
LO STATO E LA MALATTIA
In caso di epatite cronica si può chiedere un sussidio allo stato per invaliditù totale o parziale.
Tale sussidio è in base al grado di infermità che provoca loro la malattia.
Si può anche chiedere un risarcimento dallo Stato se si scopre di aver contratto la malattia dopo una trasfusione in ospedale o dopo l'uso di emoderivati (farmaci ricavati dal sangue).
In questo caso l'indennizzo (va richiesto entro 3 anni dalla scoperta della malattia) si basa su un assegno mensile che varia a seconda della gravità del danno arrecato.
Indirizzi
SITO INTERNET dove trovare informazioni aggiornate sulla malattia: WWW.epac.it
Gruppo di discussione legato al sito: WWW.videopagine.net/epac
Servizio telefonico EpaC tel. 0396853000