Problemi di linguaggio e di capacitá espressiva
Descrizione
Letteralmente significa "colui che educa al linguaggio", perché la sua funzione é quella di risolvere tutti i disturbi legati alla comunicazione, sia orale sia scritta: stiamo parlando del logopedista, una figura professionale nata di recente, che si sta rapidamente diffondendo nel nostro Paese anche grazie ai risultati positivi effettivamente ottenibili in seguito a una serie di sedute con questo specialista.
Dove risiede il problema
In condizioni normali, il cervello, nel momento in cui riceve uno stimolo dall'esterno, lo decodifica, lo elabora; dopodiché fornisce una risposta adeguata. Tuttavia, la decodificazione non avviene in modo cosí automatico quando il cosiddetto "lobo temporale" non funziona a dovere. Si tratta di quella parte del cervello che sovraintende:
- alla comprensione del linguaggio,
- alla comunicazione,
- ai meccanismi della memoria e dell'udito.
La funzione della coclea
La coclea é una parte dell'orecchio interno formata da un condotto a spirale. Il dotto cocleare, che divide la coclea per la sua lunghezza, é ricoperto da peli microscopici che stimolano le cellule nervose a rispondere alle vibrazioni sonore. In caso di sorditá, la coclea puo essere ricostruita artificialmente.
Colpa di mamma?
In passato, la colpa del ritardo o di altri disturbi del linguaggio era attribuita da molti pediatri a un cattivo rapporto del bimbo con la madre. In realtá, nella maggior parte dei casi, si tratta semplicemente di un problema legato a un ritardo dell'evoluzione del linguaggio, che puó essere risolto nel giro di un anno circa con alcune sedute di logopedia.
Pochi stimoli
I motivi reali di queste difficoltá sono da ricercare in cause di tipo:
- organico, che comprendono problemi fisici come la sorditá o alcuni difetti della bocca;
- funzionale, che hanno origine nella mancanza di un adeguato ambiente familiare. E' il caso, per esempio, di quei bambini che ricevono pochi stimoli culturali dall'esterno, in particolare dai genitori, e questo li rende, rispetto ai coetanei, meno vivaci e brillanti da un punto di vista mentale.
Letteralmente significa "colui che educa al linguaggio", perché la sua funzione é quella di risolvere tutti i disturbi legati alla comunicazione, sia orale sia scritta: stiamo parlando del logopedista, una figura professionale nata di recente, che si sta rapidamente diffondendo nel nostro Paese anche grazie ai risultati positivi effettivamente ottenibili in seguito a una serie di sedute con questo specialista.
Dove risiede il problema
In condizioni normali, il cervello, nel momento in cui riceve uno stimolo dall'esterno, lo decodifica, lo elabora; dopodiché fornisce una risposta adeguata. Tuttavia, la decodificazione non avviene in modo cosí automatico quando il cosiddetto "lobo temporale" non funziona a dovere. Si tratta di quella parte del cervello che sovraintende:
- alla comprensione del linguaggio,
- alla comunicazione,
- ai meccanismi della memoria e dell'udito.
La funzione della coclea
La coclea é una parte dell'orecchio interno formata da un condotto a spirale. Il dotto cocleare, che divide la coclea per la sua lunghezza, é ricoperto da peli microscopici che stimolano le cellule nervose a rispondere alle vibrazioni sonore. In caso di sorditá, la coclea puo essere ricostruita artificialmente.
Colpa di mamma?
In passato, la colpa del ritardo o di altri disturbi del linguaggio era attribuita da molti pediatri a un cattivo rapporto del bimbo con la madre. In realtá, nella maggior parte dei casi, si tratta semplicemente di un problema legato a un ritardo dell'evoluzione del linguaggio, che puó essere risolto nel giro di un anno circa con alcune sedute di logopedia.
Pochi stimoli
I motivi reali di queste difficoltá sono da ricercare in cause di tipo:
- organico, che comprendono problemi fisici come la sorditá o alcuni difetti della bocca;
- funzionale, che hanno origine nella mancanza di un adeguato ambiente familiare. E' il caso, per esempio, di quei bambini che ricevono pochi stimoli culturali dall'esterno, in particolare dai genitori, e questo li rende, rispetto ai coetanei, meno vivaci e brillanti da un punto di vista mentale.
Come si manifesta
La definizione, ormai accettata anche in ambito internazionale e recentemente inserita all'interno del codice deontologico dei logopedisti (approvato dalla federazione italiana il 13/2/1999), individua il logopedista come un terapeuta della comunicazione che interviene sui disturbi che possono verificarsi a qualsiasi etá e che riguardano principalmente:
- la parola,
- la voce,
- il linguaggio (sia quello orale sia quello scritto).
ctus e traumi
Si puó parlare, infatti, di rieducazione soltanto se il problema del linguaggio non é presente sin dalla nascita, bensí é comparso in seguito:
- a malattie, come per esempio l'ictus o le trombosi,
- al risveglio da un coma,
- a un trauma cranico dovuto a un incidente.
In questi casi, piú che nel linguaggio parlato, le difficoltá si manifestano principalmente a livello del ragionamento logico.
Per la sorditá...
Ma quali sono i principali problemi che portano una persona a rivolgersi a un logopedista?
La logopedia nasce come terapia del linguaggio e si occupa prevalentemente della rieducazione delle persone sorde.
In effetti, i risultati migliori sono stati raggiunti proprio in questo campo, ossia nell'insegnare a parlare ad adulti e bambini che hanno subbzo il cosiddetto "impianto cocleare", cioé una ricostruzione artificiale di una parte dell'orecchio interno, la coclea (vedere il riquadro).
...ma non solo
Si é visto, peró, che, oltre alla sorditá, grazie alla logopedia possono recuperare un corretto uso del linguaggio anche coloro che hanno subito interventi chirurgici per correggere difetti anatomici, come le anomalie:
- della mandibola,
- della bocca.
In questi casi, si utilizzano particolari esercizi volti a nieducare le parti:
- a un giusto movimento,
- a un corretto uso della lingua e delle labbra.
Inoltre, il logopedista puó essere di grande aiuto anche per chi é affetto da malattie genetiche, come per esempio la sindrome di Down*, che presenta, tra l'altro, seri disturbi legati alla parola e al ragionamento.
I piú piccoli
Tuttavia, sono soprattutto i piú piccoli a godere maggiormente dei benefici della "terapia del linguaggio", tant'é vero che un gran numero di bambini é, attualmente, in cura da un logopedista.
In particolare si tratta di bambini che presentano:
- problemi di sorditá,
- ritardi o difficoltá del linguaggio sia orale sia scritto,
- lacune di ortografia e di disgrafia (difficoltá a scrivere),
- disturbi del ragionamento logico-matematico,
- balbuzie*.
Naturalmente, un intervento tempestivo permette di colmare prima possibile le lacune del bambino, soprattutto nei casi di sorditá.
Per questo motivo, se un genitore ritiene che il proprio figlio presenti difficoltá di comunicazione, non deve esitare a rivolgersi subito a un logopedista.
La definizione, ormai accettata anche in ambito internazionale e recentemente inserita all'interno del codice deontologico dei logopedisti (approvato dalla federazione italiana il 13/2/1999), individua il logopedista come un terapeuta della comunicazione che interviene sui disturbi che possono verificarsi a qualsiasi etá e che riguardano principalmente:
- la parola,
- la voce,
- il linguaggio (sia quello orale sia quello scritto).
ctus e traumi
Si puó parlare, infatti, di rieducazione soltanto se il problema del linguaggio non é presente sin dalla nascita, bensí é comparso in seguito:
- a malattie, come per esempio l'ictus o le trombosi,
- al risveglio da un coma,
- a un trauma cranico dovuto a un incidente.
In questi casi, piú che nel linguaggio parlato, le difficoltá si manifestano principalmente a livello del ragionamento logico.
Per la sorditá...
Ma quali sono i principali problemi che portano una persona a rivolgersi a un logopedista?
La logopedia nasce come terapia del linguaggio e si occupa prevalentemente della rieducazione delle persone sorde.
In effetti, i risultati migliori sono stati raggiunti proprio in questo campo, ossia nell'insegnare a parlare ad adulti e bambini che hanno subbzo il cosiddetto "impianto cocleare", cioé una ricostruzione artificiale di una parte dell'orecchio interno, la coclea (vedere il riquadro).
...ma non solo
Si é visto, peró, che, oltre alla sorditá, grazie alla logopedia possono recuperare un corretto uso del linguaggio anche coloro che hanno subito interventi chirurgici per correggere difetti anatomici, come le anomalie:
- della mandibola,
- della bocca.
In questi casi, si utilizzano particolari esercizi volti a nieducare le parti:
- a un giusto movimento,
- a un corretto uso della lingua e delle labbra.
Inoltre, il logopedista puó essere di grande aiuto anche per chi é affetto da malattie genetiche, come per esempio la sindrome di Down*, che presenta, tra l'altro, seri disturbi legati alla parola e al ragionamento.
I piú piccoli
Tuttavia, sono soprattutto i piú piccoli a godere maggiormente dei benefici della "terapia del linguaggio", tant'é vero che un gran numero di bambini é, attualmente, in cura da un logopedista.
In particolare si tratta di bambini che presentano:
- problemi di sorditá,
- ritardi o difficoltá del linguaggio sia orale sia scritto,
- lacune di ortografia e di disgrafia (difficoltá a scrivere),
- disturbi del ragionamento logico-matematico,
- balbuzie*.
Naturalmente, un intervento tempestivo permette di colmare prima possibile le lacune del bambino, soprattutto nei casi di sorditá.
Per questo motivo, se un genitore ritiene che il proprio figlio presenti difficoltá di comunicazione, non deve esitare a rivolgersi subito a un logopedista.
Terapia
Rieducare
Lo scopo che un logopedista si prefigge consiste nel permettere alle persone che ricorrono al suo aiuto, bambini o adulti che siano, di:
- togliersi dall'isolamento sociale verso cui il disturbo li ha condotti:
- tornare ad avere relazioni normali con il mondo esterno.
Il problema di queste persone deve, dunque, essere risolto nell'ottica di una "rieducazione" (ossia di un ritorno) a una vita normale, in certi casi e di una vera e propria "educazione" in altri.
Una guida
Gli incontri con il logopedista si svolgono in modo diverso a seconda che il "malato" sia un bambino oppure un adulto. La durata della cura dipende, invece, dalla serietá del problema. In ogni caso, la funzione del logopedista é quella di guidare la persona verso la guarigione attraverso un percorso fatto non solo di sedute, ma anche di una serie di esercizi da svolgere a casa propria.
Come un gioco
Con i piú piccoli, per esempio, il logopedista fa in modo che le sedute siano vissute come un gioco: il suo studio, allora, si trasforma, diventando "a misura" di bambino.
Per valutare l'entitá del problema, il logopedista utilizza test svolti attraverso giochi, per mezzo dei quali il bambino deve associare determinate immagini a suoni e oggetti.
Il lavoro é svolto con oggetti di materiale diverso, simili a giocattoli, che il bambino puó:
- vedere,
- toccare,
- associare alle parole.
In questo modo, il bambino impara, allo stesso tempo e quasi senza rendersene conto, a comunicare le sensazioni che prova e a comprenderle.
Talvolta, vengono utilizzate anche schede grafiche che rappresentano oggetti da associare a parole.
Collaborazione
In questi casi il logopedista richiede, generalmente, anche la collaborazione dei familiari, per cui é opportuno che almeno uno dei due genitori sia presente agli incontri insieme al bambino. La sua presenza é utile per:
- fargli capire come si svolgono le sedute,
- aiutare il bimbo a ripetere gli esercizi a casa.
Per ottenere risultati duraturi, é infatti molto importante che cié che viene iniziato in terapia possa essere ripetuto anche al di fuori delle sedute.
Per partecipare ai corsi
Per diventare logopedista, dopo aver terminato le scuole superiori, é possibile iscriversi al corso di diploma universitario in logopedia attivo in una ventina di sedi universitarie italiane. I corsi sono a numero chiuso e offrono circa 18-20 posti, programmati annualmente dal ministero della Sanitá attraverso un decreto, in rapporto alle specifiche esigenze di ciascuna regione.
Per accedere ai corsi é necessario superare:
- una prova di ammissione scritta, che prevede domande di cultura generale, informatica, scienze, fisica e matematica;
- un colloquio orale, per riscontrare l'idoneitá psico-fisica.
Il corso ha una durata di 3 anni con frequenza obbligatoria.
Oltre alle lezioni teoriche, l'attivitá didattica prevede anche diversi seminari e un tirocinio obbligatorio svolto negli ospedali e nelle sedi convenzionate.
I COSTI E LA DURATA
Presso gli ospedali pubblici o convenzionati é sufficiente il pagamento di un ticket che comprende, oltre al logopedista, anche un ciclo di sedute con lo psicoterapeuta. La terapia presso un centro privato ha un costo che oscilla tra le 60 e le 100 mila lire per ogni seduta.
Le sedute hanno una durata di circa tre quarti d'ora.
Parola-oggetto
Un'altra tecnica utilizzata dal terapeuta del linguaggio con i bambini prevede il riconoscimento visivo di una parola e la suasuccessiva associazione con un oggetto. Si tratta di una serie di esercizi grazie ai quali il bambino impara gradualmente a ripetere:
- prima, un semplice fonema* ("gh", "e");
- poi, parole intere ("casa", "albero");
- infine, frasi di senso compiuto ("vado a scuola").
In questo modo il bambino apprende il linguaggio orale, basandosi su suoni da collegare prima alle immagini e poi agli oggetti corrispondenti.
Suoni e canzoni
Nel caso in cui, invece, la rieducazione al linguaggio riguardi un bambino sordo, la terapia deve essere iniziata subito dopol'impianto cocleare o dell'apparecchio acustico.
In genere, il bambino viene sottoposto a una sorta di "allenamento acustico", attraverso l'ascolto di canzoncine, affinché comprenda la differenza tra il suono e il silenzio.
Con un adulto, invece, il logopedista si avvale della cosiddetta "metodica oralista", che prevede l'utilizzo di esercizi:
- di ascolto,
- di ripetizione.
Tali esercizi (vedere anche il riquadro) si avvalgono:
- in un primo momento soltanto di suoni,
- poi anche di parole.
Le strategie mentali
Sugli adulti che hanno subito un trauma cranico o sono stati colpiti da un ictus, il logopedista interviene con esercizi il cui scopo é quello di insegnare come utilizzare correttamente tutte le strategie mentali che riguardano il ragionamento.
Per le persone che non parlano ("afasiche"), la terapia si basa sull'impiego di immagini e di oggetti di uso qtiotidiano, presi direttamente dall'ambiente in cui esse vivono.
Lo scopo é riattivare, nel cervello, il giusto meccanismo di decodifica degli stimoli esterni attraverso:
- le immagini,
- le sensazioni fisiche e tattili.
Rieducare
Lo scopo che un logopedista si prefigge consiste nel permettere alle persone che ricorrono al suo aiuto, bambini o adulti che siano, di:
- togliersi dall'isolamento sociale verso cui il disturbo li ha condotti:
- tornare ad avere relazioni normali con il mondo esterno.
Il problema di queste persone deve, dunque, essere risolto nell'ottica di una "rieducazione" (ossia di un ritorno) a una vita normale, in certi casi e di una vera e propria "educazione" in altri.
Una guida
Gli incontri con il logopedista si svolgono in modo diverso a seconda che il "malato" sia un bambino oppure un adulto. La durata della cura dipende, invece, dalla serietá del problema. In ogni caso, la funzione del logopedista é quella di guidare la persona verso la guarigione attraverso un percorso fatto non solo di sedute, ma anche di una serie di esercizi da svolgere a casa propria.
Come un gioco
Con i piú piccoli, per esempio, il logopedista fa in modo che le sedute siano vissute come un gioco: il suo studio, allora, si trasforma, diventando "a misura" di bambino.
Per valutare l'entitá del problema, il logopedista utilizza test svolti attraverso giochi, per mezzo dei quali il bambino deve associare determinate immagini a suoni e oggetti.
Il lavoro é svolto con oggetti di materiale diverso, simili a giocattoli, che il bambino puó:
- vedere,
- toccare,
- associare alle parole.
In questo modo, il bambino impara, allo stesso tempo e quasi senza rendersene conto, a comunicare le sensazioni che prova e a comprenderle.
Talvolta, vengono utilizzate anche schede grafiche che rappresentano oggetti da associare a parole.
Collaborazione
In questi casi il logopedista richiede, generalmente, anche la collaborazione dei familiari, per cui é opportuno che almeno uno dei due genitori sia presente agli incontri insieme al bambino. La sua presenza é utile per:
- fargli capire come si svolgono le sedute,
- aiutare il bimbo a ripetere gli esercizi a casa.
Per ottenere risultati duraturi, é infatti molto importante che cié che viene iniziato in terapia possa essere ripetuto anche al di fuori delle sedute.
Per partecipare ai corsi
Per diventare logopedista, dopo aver terminato le scuole superiori, é possibile iscriversi al corso di diploma universitario in logopedia attivo in una ventina di sedi universitarie italiane. I corsi sono a numero chiuso e offrono circa 18-20 posti, programmati annualmente dal ministero della Sanitá attraverso un decreto, in rapporto alle specifiche esigenze di ciascuna regione.
Per accedere ai corsi é necessario superare:
- una prova di ammissione scritta, che prevede domande di cultura generale, informatica, scienze, fisica e matematica;
- un colloquio orale, per riscontrare l'idoneitá psico-fisica.
Il corso ha una durata di 3 anni con frequenza obbligatoria.
Oltre alle lezioni teoriche, l'attivitá didattica prevede anche diversi seminari e un tirocinio obbligatorio svolto negli ospedali e nelle sedi convenzionate.
I COSTI E LA DURATA
Presso gli ospedali pubblici o convenzionati é sufficiente il pagamento di un ticket che comprende, oltre al logopedista, anche un ciclo di sedute con lo psicoterapeuta. La terapia presso un centro privato ha un costo che oscilla tra le 60 e le 100 mila lire per ogni seduta.
Le sedute hanno una durata di circa tre quarti d'ora.
Parola-oggetto
Un'altra tecnica utilizzata dal terapeuta del linguaggio con i bambini prevede il riconoscimento visivo di una parola e la suasuccessiva associazione con un oggetto. Si tratta di una serie di esercizi grazie ai quali il bambino impara gradualmente a ripetere:
- prima, un semplice fonema* ("gh", "e");
- poi, parole intere ("casa", "albero");
- infine, frasi di senso compiuto ("vado a scuola").
In questo modo il bambino apprende il linguaggio orale, basandosi su suoni da collegare prima alle immagini e poi agli oggetti corrispondenti.
Suoni e canzoni
Nel caso in cui, invece, la rieducazione al linguaggio riguardi un bambino sordo, la terapia deve essere iniziata subito dopol'impianto cocleare o dell'apparecchio acustico.
In genere, il bambino viene sottoposto a una sorta di "allenamento acustico", attraverso l'ascolto di canzoncine, affinché comprenda la differenza tra il suono e il silenzio.
Con un adulto, invece, il logopedista si avvale della cosiddetta "metodica oralista", che prevede l'utilizzo di esercizi:
- di ascolto,
- di ripetizione.
Tali esercizi (vedere anche il riquadro) si avvalgono:
- in un primo momento soltanto di suoni,
- poi anche di parole.
Le strategie mentali
Sugli adulti che hanno subito un trauma cranico o sono stati colpiti da un ictus, il logopedista interviene con esercizi il cui scopo é quello di insegnare come utilizzare correttamente tutte le strategie mentali che riguardano il ragionamento.
Per le persone che non parlano ("afasiche"), la terapia si basa sull'impiego di immagini e di oggetti di uso qtiotidiano, presi direttamente dall'ambiente in cui esse vivono.
Lo scopo é riattivare, nel cervello, il giusto meccanismo di decodifica degli stimoli esterni attraverso:
- le immagini,
- le sensazioni fisiche e tattili.
Consigli
ENTRO I PRIMI 6 MESI
Quando un genitore si accorge che il proprio figlio presenta alcune difficoltá nello sviluppo del linguaggio o del ragionamento, é importante che non sottovaluti il problema.
Intervenire il prima possibile é, infatti, fondamentale per poter ottenere una migliore e piú rapida riabilitazione.
Anche in assenza di sintomi sospetti, é consigliabile sottoporre il piccolo nei primi sei mesi di vita a un esame audiometrico comportamentale per escludere che vi siano eventuali problemi di udito: l'esame si basa sull'osservazione delle risposte del bambino in seguito a una stimolazione acustica, che si traducono in modificazioni del suo comportamento.
ENTRO I PRIMI 6 MESI
Quando un genitore si accorge che il proprio figlio presenta alcune difficoltá nello sviluppo del linguaggio o del ragionamento, é importante che non sottovaluti il problema.
Intervenire il prima possibile é, infatti, fondamentale per poter ottenere una migliore e piú rapida riabilitazione.
Anche in assenza di sintomi sospetti, é consigliabile sottoporre il piccolo nei primi sei mesi di vita a un esame audiometrico comportamentale per escludere che vi siano eventuali problemi di udito: l'esame si basa sull'osservazione delle risposte del bambino in seguito a una stimolazione acustica, che si traducono in modificazioni del suo comportamento.
Indirizzi
Per qualsiasi informazione sulla logopedia e per sapere dove rivolgersi, si possono contattare alcune associazioni:
F.L.I (Federazione Logopedisti Italiani),
via Lorenzo il Magnifico 34, Roma,
tel/fax 06-44250121;
A.L.L. (Associazione logopedisti lombardi),
via Pace, 9, Milano
tel. 02-55010181 oppure tel. 02-5456219
Il logopedista é un terapeuta che lavora all'interno degli ospedali, delle Asl (Aziende sanitarie locali), dei servizi di zona (S.i.m.e.) e dei centri privati.
Nelle scuole, questa figura non é ancora presente, ma al momento dell'inserimento scolastico dei bambini in cura, il logopedista prende contatto con gli insegnanti per informarli del problema.
Proprio perché nelle scuole non c'é una figura specializzata che possa seguire il bambino, qualora si riscontrino ritardi del linguaggio o problemi della comunicazione é necessario rivolgersi al logopedista.
Il terapeuta collabora anche con altri esperti (vedere il riquadro).
Per qualsiasi informazione sulla logopedia e per sapere dove rivolgersi, si possono contattare alcune associazioni:
F.L.I (Federazione Logopedisti Italiani),
via Lorenzo il Magnifico 34, Roma,
tel/fax 06-44250121;
A.L.L. (Associazione logopedisti lombardi),
via Pace, 9, Milano
tel. 02-55010181 oppure tel. 02-5456219
Il logopedista é un terapeuta che lavora all'interno degli ospedali, delle Asl (Aziende sanitarie locali), dei servizi di zona (S.i.m.e.) e dei centri privati.
Nelle scuole, questa figura non é ancora presente, ma al momento dell'inserimento scolastico dei bambini in cura, il logopedista prende contatto con gli insegnanti per informarli del problema.
Proprio perché nelle scuole non c'é una figura specializzata che possa seguire il bambino, qualora si riscontrino ritardi del linguaggio o problemi della comunicazione é necessario rivolgersi al logopedista.
Il terapeuta collabora anche con altri esperti (vedere il riquadro).
Note
Tutte le applicazioni
Ecco quali sono tutti i disturbi del linguaggio che si possono risolvere, negli adulti e nei bambini, con l'aiuto del logopedista e di altri specialisti.
I problemi del linguaggio nel bambino
Sorditá - Come si interviene: Si ricorre all'impianto di protesi e si procede alla rieducazione iniziando a vocalizzare e poi a parlare, come se fosse un gioco. Si utilizzano inoltre canzoncine per far comprendere la differenza tra suono e silenzio.
Con chi collabora il logopedista: L'impianto cocleare viene realizzato dal chirurgo; la prevenzione é effettuata attraverso l'esame audiometrico da un audiometrista, ma giá nei primi 6 mesi si consiglia un esame del comportamento anche con il pediatra.
Sindrome di Down - Come si interviene: Si tratta di bambini che in genere non parlano, per cui é necessario intervenire precocemente per colmare le lacune. Sempre partendo dal gioco si lavora con oggetti attinenti al reale e con immagini da associare. Inoltre si possono utilizzare schede per stimoli visivi; tutto é finalizzato a migliorare la comprensione e la comunicazione del bambino.
Con chi collabora il logopedista: Lo studio della malattia viene effettuato da medici genetisti e diagnosticato attraverso un esame del Dna*; inoltre ci si avvale di medici specializzati a seconda dei disturbi.
Balbuzie - Come si interviene: Serve un logopedista specializzato nella balbuzie, poiché, oltre a mettere in pratica tecniche logopediche, deve saper creare un rapporto speciale con il bambino, cercando di entrare nel suo intimo e di capire il fattore che ha scatenato il disturbo.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere la collaborazione di uno psicoterapeuta.
Difetti della mandibola (morso iverso, labbro leporino*, anomalie del palato) - Come si interviene: In alcuni casi é necessario un intervento dentistico e chirurgico per correggere il difetto fisico. Poi si ricorre a esercizi tecnici, pratici, di manipolazione della bocca e della mandibola che insegnano un corretto movimento dell'articolazione.
Con chi collabora il logopedista: La correzione del difetto fisico é effettuata da medici chirurghi o da dentisti.
Disfasia (disturbi di pronuncia) - Come si interviene: Poiché in questo caso il disagio della comunicazione nasce dalla difficoltá di comprendere l'ordine dei suoni che compongono le parole e da una memorizzazione inadeguata, si utilizzano esercizi per poter comprendere e ricordare, nell'ordine: i fonemi*, le parole e le immagini corrispondenti.
Con chi collabora il logopedista: Si puó valutare l'intervento di un neurologo a seconda della serietá del disturbo.
Ritardi del linguaggio e del ragionamento logico-matematico - Come si interviene: Si utilizzano esercizi specifici per far apprendere tutte le strategie a livello cognitivo e logico, cercando di correggere il disturbo in modo tale che il bambino sia in grado di ragionare da solo.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere la collaborazione di uno psicoterapeuta.
I problemi del linguaggio nell'adulto
Traumi cranici, ictus, trombosi, corna - Come si interviene: In seguito a traumi oppure a malattie del cervello si determinano difficoltá nel linguaggio e di comunicazione anche dal punto di vista cognitivo, ossia la perdita della capacitá logica di comprendere la realtá quotidiana. Pertanto si utilizzano esercizi specifici detti "metacognitivi", che stimolano cioé le capacitá logico-cognitive.
Con chi collabora il logopedista: Lavora con l'equipe di medici che si occupano della malattia organica o del trauma.
Balbuzie - Come si interviene: Si deve andare a scavare nell'intimo per trovare il fattore che ha scatenato la nevrosi; poiché nell'adulto é un percorso piú complesso, é necessario rivolgersi a un logopedista che abbia grande esperienza di balbuzie.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere l'intervento di uno psicoterapeuta.
Tutte le applicazioni
Ecco quali sono tutti i disturbi del linguaggio che si possono risolvere, negli adulti e nei bambini, con l'aiuto del logopedista e di altri specialisti.
I problemi del linguaggio nel bambino
Sorditá - Come si interviene: Si ricorre all'impianto di protesi e si procede alla rieducazione iniziando a vocalizzare e poi a parlare, come se fosse un gioco. Si utilizzano inoltre canzoncine per far comprendere la differenza tra suono e silenzio.
Con chi collabora il logopedista: L'impianto cocleare viene realizzato dal chirurgo; la prevenzione é effettuata attraverso l'esame audiometrico da un audiometrista, ma giá nei primi 6 mesi si consiglia un esame del comportamento anche con il pediatra.
Sindrome di Down - Come si interviene: Si tratta di bambini che in genere non parlano, per cui é necessario intervenire precocemente per colmare le lacune. Sempre partendo dal gioco si lavora con oggetti attinenti al reale e con immagini da associare. Inoltre si possono utilizzare schede per stimoli visivi; tutto é finalizzato a migliorare la comprensione e la comunicazione del bambino.
Con chi collabora il logopedista: Lo studio della malattia viene effettuato da medici genetisti e diagnosticato attraverso un esame del Dna*; inoltre ci si avvale di medici specializzati a seconda dei disturbi.
Balbuzie - Come si interviene: Serve un logopedista specializzato nella balbuzie, poiché, oltre a mettere in pratica tecniche logopediche, deve saper creare un rapporto speciale con il bambino, cercando di entrare nel suo intimo e di capire il fattore che ha scatenato il disturbo.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere la collaborazione di uno psicoterapeuta.
Difetti della mandibola (morso iverso, labbro leporino*, anomalie del palato) - Come si interviene: In alcuni casi é necessario un intervento dentistico e chirurgico per correggere il difetto fisico. Poi si ricorre a esercizi tecnici, pratici, di manipolazione della bocca e della mandibola che insegnano un corretto movimento dell'articolazione.
Con chi collabora il logopedista: La correzione del difetto fisico é effettuata da medici chirurghi o da dentisti.
Disfasia (disturbi di pronuncia) - Come si interviene: Poiché in questo caso il disagio della comunicazione nasce dalla difficoltá di comprendere l'ordine dei suoni che compongono le parole e da una memorizzazione inadeguata, si utilizzano esercizi per poter comprendere e ricordare, nell'ordine: i fonemi*, le parole e le immagini corrispondenti.
Con chi collabora il logopedista: Si puó valutare l'intervento di un neurologo a seconda della serietá del disturbo.
Ritardi del linguaggio e del ragionamento logico-matematico - Come si interviene: Si utilizzano esercizi specifici per far apprendere tutte le strategie a livello cognitivo e logico, cercando di correggere il disturbo in modo tale che il bambino sia in grado di ragionare da solo.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere la collaborazione di uno psicoterapeuta.
I problemi del linguaggio nell'adulto
Traumi cranici, ictus, trombosi, corna - Come si interviene: In seguito a traumi oppure a malattie del cervello si determinano difficoltá nel linguaggio e di comunicazione anche dal punto di vista cognitivo, ossia la perdita della capacitá logica di comprendere la realtá quotidiana. Pertanto si utilizzano esercizi specifici detti "metacognitivi", che stimolano cioé le capacitá logico-cognitive.
Con chi collabora il logopedista: Lavora con l'equipe di medici che si occupano della malattia organica o del trauma.
Balbuzie - Come si interviene: Si deve andare a scavare nell'intimo per trovare il fattore che ha scatenato la nevrosi; poiché nell'adulto é un percorso piú complesso, é necessario rivolgersi a un logopedista che abbia grande esperienza di balbuzie.
Con chi collabora il logopedista: Puó richiedere l'intervento di uno psicoterapeuta.