Rabbia
La rabbia è una malattia causata da un virus della famiglia dei Rhabdo virus. Ha conseguenze serie. Il contagio avviene per contatto con la saliva di un animale malato (in genere con un morso). Non sono stati registrati casi di trasmissione da uomo a uomo
Descrizione
Il virus della rabbia è presente nella saliva, nelle urine, nel sangue e nel latte degli animali malati. La modalità di trasmissione più diffusa che riguarda l'uomo è il morso di un animale infetto. In alcuni casi, il contagio può avvenire per contatto della saliva o dell'urina con una ferita.
Il virus può essere trasmesso solo da animali malati: non esistono infatti portatori sani* tra gli animali domestici.
Possono essere infettati dalla rabbia, e quindi sono in grado potenzialmente di trasmettere la malattia all'uomo, il cane e il gatto. In questi casi si parla di rabbia domestica. Tra gli animali selvatici, i più a rischio sono la volpe, il lupo e alcuni roditori (ad esempio gli scoiattoli). Si parla in questo caso di rabbia silvestre.
NON E DIFFUSA OVUNQUE
La rabbia non è diffusa in tutte le regioni italiane. Esistono infatti alcune aree indenni dalla malattia e altre in cui la presenza di animali selvatici malati aumenta il rischio anche per cani e gatti. Le zone in cui si sono registrati casi di rabbia negli ultimi anni sono: il Friuli, la provincia di Sondrio, la provincia di Belluno e la provincia di Cuneo. Per avere notizie più precise sulla diffusione della rabbia nella zona di residenza, è possibile rivolgersi alle Asl competenti.
Chi ha un animale domestico e ha deciso di portarlo con sè in Sardegna deve ricordare che è obbligatoria la vaccinazione antirabbica. In questa regione, infatti, non si è mai registrato alcun caso di rabbia e come prevenzione, tutti i cani e i gatti che provengono dal continente devono essere vaccinati (vedi disegno).
Il virus della rabbia è presente nella saliva, nelle urine, nel sangue e nel latte degli animali malati. La modalità di trasmissione più diffusa che riguarda l'uomo è il morso di un animale infetto. In alcuni casi, il contagio può avvenire per contatto della saliva o dell'urina con una ferita.
Il virus può essere trasmesso solo da animali malati: non esistono infatti portatori sani* tra gli animali domestici.
Possono essere infettati dalla rabbia, e quindi sono in grado potenzialmente di trasmettere la malattia all'uomo, il cane e il gatto. In questi casi si parla di rabbia domestica. Tra gli animali selvatici, i più a rischio sono la volpe, il lupo e alcuni roditori (ad esempio gli scoiattoli). Si parla in questo caso di rabbia silvestre.
NON E DIFFUSA OVUNQUE
La rabbia non è diffusa in tutte le regioni italiane. Esistono infatti alcune aree indenni dalla malattia e altre in cui la presenza di animali selvatici malati aumenta il rischio anche per cani e gatti. Le zone in cui si sono registrati casi di rabbia negli ultimi anni sono: il Friuli, la provincia di Sondrio, la provincia di Belluno e la provincia di Cuneo. Per avere notizie più precise sulla diffusione della rabbia nella zona di residenza, è possibile rivolgersi alle Asl competenti.
Chi ha un animale domestico e ha deciso di portarlo con sè in Sardegna deve ricordare che è obbligatoria la vaccinazione antirabbica. In questa regione, infatti, non si è mai registrato alcun caso di rabbia e come prevenzione, tutti i cani e i gatti che provengono dal continente devono essere vaccinati (vedi disegno).
Come si manifesta
Dopo un periodo di incubazione variabile tra le 2 settimane e i 3-6 mesi, nell'uomo la rabbia si manifesta con febbre, mal di testa e vomito. Dopo compaiono sensazioni di prurito, formicolio e alterata sensibilità nella zona della ferita. Idrofobia* e aerofobia* si hanno negli stadi più avanzati della malattia.
Per il micio...
Anche il gatto può contrarre la malattia. Se però l'animale vive in casa e non ha contatti con altri animali non si corre alcun rischio.
E' invece opportuno ricorrere alla vaccinazione se il gatto esce di casa, soprattutto nelle zone dove la rabbia selvatica è diffusa (come in Friuli o la Lombardia).
Anche in questo caso, è necessario sottoporre l'animale a un richiamo annuale.
Dopo un periodo di incubazione variabile tra le 2 settimane e i 3-6 mesi, nell'uomo la rabbia si manifesta con febbre, mal di testa e vomito. Dopo compaiono sensazioni di prurito, formicolio e alterata sensibilità nella zona della ferita. Idrofobia* e aerofobia* si hanno negli stadi più avanzati della malattia.
Per il micio...
Anche il gatto può contrarre la malattia. Se però l'animale vive in casa e non ha contatti con altri animali non si corre alcun rischio.
E' invece opportuno ricorrere alla vaccinazione se il gatto esce di casa, soprattutto nelle zone dove la rabbia selvatica è diffusa (come in Friuli o la Lombardia).
Anche in questo caso, è necessario sottoporre l'animale a un richiamo annuale.
Consigli
Si previene
E' consigliabile evitare il contatto con animali selvatici e randagi, specie nelle zone dove la rabbia è diffusa (vedi disegno).
Per le categorie a rischio (come veterinari, allevatori), è disponibile un vaccino da eseguire attraverso un iniezione sottocutanea nella pancia. Sono necessarie tre iniezioni da praticare a distanza di sette giorni l'una dall'altra (ai tempi 0, 7, 21 o 28 giorni). E' poi necessario eseguire un richiamo ogni due anni. Chi ospita un cane o un gatto in casa non si deve spaventare: e infatti sufficiente seguire alcune regole sanitarie per evitare ogni rischio.
Il cane deve essere obbligatoriamente vaccinato contro la rabbia. La prima dose è in genere eseguita a partire dai sei mesi di età della bestiola.
E' poi necessario eseguire un richiamo ogni anno.
Sui nervi
Il virus della rabbia penetra attraverso la cute e, tramite i nervi, giunge sino al sistema nervoso, dove si riproduce.
Da qui si diffonde a diversi organi del corpo, concentrandosi in particolare nelle ghiandole salivari (vedi disegno).
Si previene
E' consigliabile evitare il contatto con animali selvatici e randagi, specie nelle zone dove la rabbia è diffusa (vedi disegno).
Per le categorie a rischio (come veterinari, allevatori), è disponibile un vaccino da eseguire attraverso un iniezione sottocutanea nella pancia. Sono necessarie tre iniezioni da praticare a distanza di sette giorni l'una dall'altra (ai tempi 0, 7, 21 o 28 giorni). E' poi necessario eseguire un richiamo ogni due anni. Chi ospita un cane o un gatto in casa non si deve spaventare: e infatti sufficiente seguire alcune regole sanitarie per evitare ogni rischio.
Il cane deve essere obbligatoriamente vaccinato contro la rabbia. La prima dose è in genere eseguita a partire dai sei mesi di età della bestiola.
E' poi necessario eseguire un richiamo ogni anno.
Sui nervi
Il virus della rabbia penetra attraverso la cute e, tramite i nervi, giunge sino al sistema nervoso, dove si riproduce.
Da qui si diffonde a diversi organi del corpo, concentrandosi in particolare nelle ghiandole salivari (vedi disegno).