PATOLOGIA:
Sindrome di Dravet
Categoria: malattie rare

Descrizione
La sindrome è associata ad alcune mutazione del gene SCN1A, ma si tratta solitamente di mutazioni de novo, cioè non presenti nel corredo genetico dei genitori. La diagnosi della Dravet si basa quindi sul quadro clinico: “È fondamentale conoscere approfonditamente la malattia, seguirne il decorso ed effettuare una diagnosi in fase precoce. Nella sindrome di Dravet – spiega a Osservatorio Malattie Rare Antonino Romeo, Direttore della Struttura Complessa Centro regionale per l’epilessia e neurologia pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano - il management è fondamentale fin dall’inizio, ci dev’essere una presa in carico globale, sia del bambino che della famiglia: comunicazione, counseling, educazione, un rapporto e uno scambio continuativo con la famiglia e i presidi necessari al bambino in quel momento (psicomotricità, logopedia, appoggio fisioterapeutico), e deve essere fatta da una equipe specializzata”. La sindrome di Dravet si associa inoltre ad un alto rischio di morte improvvisa durante l’infanzia.

Fino al 15 settembre 2017 per questa grave malattia non era prevista l’esenzione: ora l’aggiornamento dei Lea ha cambiato lo status quo delle cose. “Il fatto che la sindrome di Dravet sia stata finalmente inserita nell’elenco delle malattie rare agevola il lavoro di centri come il nostro – spiega Romeo - Dal punto di vista statistico, sarà ora possibile tenere una traccia molto più accurata dei casi che esistono. Inoltre, i pazienti avranno finalmente la possibilità di accedere ufficialmente ai farmaci e ai presidi necessari”.

Grazie all’inserimento della malattia nell’elenco ministeriale delle patologie esenti ai pazienti sarà dunque garantito un accesso più semplice alle cure e ai farmaci che saranno presto disponibili e quelli già prescrivibili (come lo stiripentolo). “Possono essere utilizzate anche altre terapie farmacologiche e terapie alternative definite ‘palliative’ come la dieta chetogenica e la VNS (stimolazione del nervo vago), che possono funzionare o meno. Lo scopo, come in tutte le forme epilettiche gravi e farmaco-resistenti – conclude Romeo - è quello di dare una buona qualità della vita alle persone”.
Come si manifesta
La sindrome di Dravet è una malattia epilettica estremamente grave che si manifesta inizialmente nel primo anno di vita con crisi convulsive (tonico-cloniche o cloniche*) talora di lunga durata e spesso associate a febbre. Dal secondo o terzo anno di vita, cominciano a esserci crisi di tipo diverso: miocloniche*, parziali, assenze o crisi generalizzate tonico-cloniche*. La frequenza delle crisi aumenta progressivamente e si tratta di crisi assolutamente refrattarie ai farmaci. Col tempo, si manifestano nel bambino ritardo psicomotorio, disturbi del comportamento come l’iperattività, manifestazioni neurologiche come l’atassia e i tremori prossimali e un ritardo nella comunicazione verbale. Inoltre possono comparire disturbi importanti del sonno e problematiche ortopediche come la cifoscoliosi e i piedi piatti.

* Le crisi cloniche si manifestano con scosse bilaterali, ritmiche, alla frequenza di 2-3 c/s che coinvolgono simmetricamente gli stessi distretti muscolari, associate ad un prolungato disturbo della coscienza, critico e post-critico. L’EEG critico mostra scariche bilaterali di anomalie a tipo di punta e polipunta-onda.

Le crisi toniche sono caratterizzate da una contrazione muscolare protratta associata ad una breve alterazione della coscienza. Possono interessare i muscoli del collo e del capo (crisi toniche assiali), i cingoli (crisi toniche asso-rizomeliche) e anche gli arti (crisi toniche generalizzate), e provocano facilmente cadute violente e traumatiche. L’EEG mostra punte rapide ritmiche e/o polipunte, ad espressione diffusa.

Le crisi tonico-cloniche sono le crisi epilettiche più conosciute: note come 'le convulsioni' e 'il grande male', sono, per molti pazienti e per il pubblico, 'le crisi' per antonomasia. Sono usualmente caratterizzate da tre principali fasi, tonica, clonica, e post-critica. L’esordio avviene con immediata perdita di coscienza, contrazione tonica di tutta la muscolatura (durata di 10-20 secondi) e caduta, ed è annunziato da un'emissione vocale provocata dalla violenta contrazione della muscolatura respiratoria. In questa fase si verificano morso laterale della lingua, apnea con cianosi del volto e importanti disturbi vegetativi (midriasi, modifiche della pressione arteriosa, disturbi del ritmo cardiaco, ipersecrezione salivare, perdita di urina, ecc.). Segue la fase clonica (durata di circa 30 secondi), durante la quale le decontrazioni muscolari intermittenti, legate alla messa in opera di circuiti inibitori, generano scosse bilaterali e sincrone che si riducono progressivamente di frequenza fino ad interrompersi. La crisi termina, ma la fase post-critica dura minuti o decine di minuti, in cui il soggetto continua a presentare un disturbo di coscienza ed è ipotonico, con un respiro rumoroso che torna lentamente alla norma assieme al ripristino del contatto con l’ambiente. Spesso segue un sonno prolungato.

Le crisi miocloniche sono caratterizzate dalla comparsa di una contrazione involontaria, improvvisa e breve, di un muscolo o di un gruppo di muscoli a topografia variabile (assiale, prossimale, distale), in genere bilaterale e simmetrica.

Esami
La sindrome è associata ad alcune mutazione del gene SCN1A, ma si tratta solitamente di mutazioni de novo, cioè non presenti nel corredo genetico dei genitori. La diagnosi della Dravet si basa quindi sul quadro clinico: “È fondamentale conoscere approfonditamente la malattia, seguirne il decorso ed effettuare una diagnosi in fase precoce. Nella sindrome di Dravet – prosegue l’esperto - il management è fondamentale fin dall’inizio, ci dev’essere una presa in carico globale, sia del bambino che della famiglia: comunicazione, counseling, educazione, un rapporto e uno scambio continuativo con la famiglia e i presidi necessari al bambino in quel momento (psicomotricità, logopedia, appoggio fisioterapeutico), e deve essere fatta da una equipe specializzata”. La sindrome di Dravet si associa inoltre ad un alto rischio di morte improvvisa durante l’infanzia.
Terapia
Per quanto riguarda i farmaci recentemente si sono conclusi due importanti trial internazionali. Il primo ha riguardato la molecola GWP42003-P (formulazione liquida di CBD-cannabidiolo, nome commerciale Epidiolex®): “I risultati del primo studio clinico randomizzato, a doppio cieco e controllato con placebo, pubblicati recentemente su New England Journal of Medicine, hanno dimostrato una diminuzione di almeno il 50% nella frequenza delle crisi epilettiche nel 43% dei bambini trattati con CBD”, osserva Romeo.

Una ulteriore speranza sembra provenire da uno studio di Fase III, appena conclusosi sulla fenfluoramina, un farmaco che in passato veniva utilizzato per trattare casi di obesità. “In questo studio controllato con placebo sono stati arruolati 119 pazienti di età pediatrica affetti da sindrome di Dravet, provenienti da Stati Uniti, Canada, Europa e Australia – spiega ancora Romeo - Tra i centri italiani che hanno partecipato allo studio, figura anche quello del Fatebenefratelli di Milano. I primi dati sono promettenti: dimostrano una riduzione del 50% delle crisi nel 70% dei pazienti. La fase di estensione ci fornirà altri dati importanti su questo farmaco, ma le premesse lasciano ben pensare e sperare”, conclude Romeo.
Indirizzi
Per saperne di più sull'Esenzioni per malattia rara, sull’ottenimento dell’invalidità civile e dello stato di handicap: www.osservatoriomalattierare.it