Acidi grassi Omega 3 preziosi alleati del bambino e dell’anziano

Diversi studi scientifici evidenziano che un’integrazione con acidi grassi omega 3 contribuisce a migliorare lo sviluppo cognitivo del bambino e contrasta alcuni processi degenerativi negli anziani.

Gli acidi grassi Omega 3 sono una categoria di acidi grassi essenziali fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. Sono infatti componente fondamentale delle cellule nervose, agiscono sulla fluidità delle membrane cellulari e regolano la produzione delle sostanze che trasportano le informazioni fra le varie cellule del sistema nervoso.

Sono contenuti soprattutto nel pesce, nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle, nelle noci e in alcuni olii vegetali come quello di semi di lino, di nocciole e di colza. Si tratta di sostanze che l’organismo umano deve assumere dall’esterno e che, nella normale alimentazione dei paesi occidentali, sono presenti in quantità piuttosto limitate. Per questo si consiglia di consumare pesce almeno due volte alla settimana e di ricorrere ad un’eventuale supplementazione con integratori, soprattutto in determinate fasi della vita come la gravidanza, l’allattamento e la terza età.

In questo ambito l’Osservatorio AIIPA (Associazione Italiana Industrie prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala alcuni recentissimi studi scientifici - pubblicati su Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids e Neurobiol Aging - che evidenziano come una supplementazione di acidi grassi omega 3 contribuisca ad un miglior sviluppo cognitivo nel bambino, mentre nell’anziano aiuta a contrastare alcuni processi degenerativi.

Il primo studio (*) ha analizzato gli effetti di una supplementazione per 19 settimane con 1.2 g al giorno di acido docosaesaenoico, l’acido grasso della serie Omega 3 maggiormente presente nelle strutture nervose, o con 4,7 g al giorno di acido linoleico in donne nell’ultimo periodo di gravidanza e durante i primi tre mesi di allattamento. Dalle analisi effettuate sui bambini nati dalla donne che avevano seguito una supplementazione di omega 3 è emerso che questi, rispetto ai figli delle donne appartenenti al gruppo di controllo, manifestavano capacità cognitive significativamente maggiori e un quoziente intellettivo superiore di 4 punti.

Il secondo studio (*) invece ha valutato la relazione tra apporto giornaliero di omega 3 e declino della capacità cognitiva in 5.632 soggetti, maschi e femmine, di età compresa tra i 65 e 84 anni, in un anno di supplementazione con omega 3. Dall’analisi dei risultati è emerso che gli anziani a maggiore introduzione dietetica di omega 3 avevano un più lento declino cognitivo di specifiche capacità cognitive come memoria, orientamento spazio temporale, attenzione, fluidità di parola e velocità di elaborazione cognitiva.

* Eilander, et al., Effects of n-3 long chain polyunsaturated fatty acid supplementation on visual and cognitive development throughout childhood: a review of human studies”, Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids, 2007

*Panza et al, S- adenosylhomocysteine and polyunsaturated fatty acid metabolism in predementia syndromes and Alzheimer’s disease, Neurobiol Aging, 2008.

Sul corretto utilizzo degli integratori alimentari si segnala il sito http://www.integratoriebenessere.it realizzato da AIIPA.

Fonte: Ketchum - Ufficio Stampa AIIPA