Consigli per prevenire danni all’udito
Come sentire bene e per lungo tempo, ecco i consigli per prevenire danni all’udito.
Quando si parla delle patologie più comunemente associate all’invecchiamento spesso si pensa ad aterosclerosi, diabete e sindromi neurodegenerative ritenendo invece alterazioni dell’udito come l’ipoacusia un inevitabile fenomeno parafisiologico dell’età avanzata.
In verità la perdita uditiva correlata all’invecchiamento è legata a esposizione nel corso della vita a rumori forti e prolungati, stile di vita malsano, patologie che più o meno direttamente danneggiano l’orecchio e gli organi ad esso associati e assunzione di farmaci ototossici.
È importante avere consapevolezza di questi fattori di rischio perché, nonostante l’impoverimento sulle alte frequenze sia inesorabile, è possibile attuare una strategia di prevenzione che permetta di giungere in età avanzata con una buona soglia uditiva.
Come comportarsi quindi?
- Per quanto riguarda i rumori si deve fare attenzione a quelli di intensità superiore agli 85 dB (un tosaerba o il traffico stradale di mezzi pesanti, per intenderci). Più incrementa l’intensità del suono, minore è il tempo che ci si può sottoporre ad esso esenti da rischi lesivi. Concerti, discoteche e ambienti di lavoro rumorosi rappresentano spesso situazioni pericolose. La soluzione può consistere nell’utilizzo di protezioni come cuffie insonorizzanti o tappi otoprotettori, insonorizzazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro. Nel caso di esposizione lavorativa è buona norma fare anche esami audiometrici periodici di controllo perché l’andamento progressivo del deterioramento rende inizialmente asintomatica la patologia e impedendo un intervento tempestivo ed efficace nel contrastare le fonti sonore dannose.
- Relativamente allo stile di vita sono da evitare una vita sedentaria, il consumo di alcool, l’utilizzo di tabacco e sostanze stupefacenti. Diete ad alto contenuto calorico, grande apporto lipidico ed elevato indice glicemico hanno dimostrato una stretta correlazione con la perdita di capacità uditiva. Diete ricche di vitamine del gruppo B e antiossidanti hanno dimostrato invece una riduzione del rischio di sviluppo della patologia.
- L’attività fisica è fondamentale in quanto ha un effetto preventivo di ineguagliata efficacia su fattori che causano (e successivamente peggiorano) l’ipoacusia: le patologie cardiovascolari e il diabete.
Attenzione, però: durante lo sforzo muscolare possono fisiologicamente svilupparsi stati di ipossia che rendono l’orecchio ancora più sensibile a forti stimoli acustici. Si eviti quindi di sollecitare intensamente le orecchie ascoltando musica con cuffie o auricolari e di frequentare ambienti rumorosi mentre ci si allena.
- Un altro comportamento da evitare, questa volta in ambito igienico, è l’utilizzo di bastoncini di cotone per la pulizia del canale uditivo esterno: questi sospinge il cerume verso il timpano rischiando di lesionarlo e non facendo altro che indurre un aumento della secrezione di cerume stesso (quindi rendendo l’atto addirittura controproducente).
- Ritornando alle patologie che mettono a rischio l’udito ciò che si può fare, una volta sviluppatesi, è la completa adesione al piano terapeutico prescritta dal medico curante affinché la malattia sia tenuta sotto controllo, non si manifesti clinicamente e si minimizzino le alterazioni anatomo-funzionali patologiche dell’orecchio.
Specificamente per la prevenzione delle malattie infettive riguardanti l’orecchio esterno/medio, le indicazioni sono quelle di mantenere l’orecchio protetto da umidità (che favorisce infezioni micotiche), acqua sporca (vettore di infezioni batteriche e virali) e nel caso di immersioni di utilizzare appositi tappi protettivi.
- Infine i farmaci ototossici: si tratta di alcune classi di antibiotici, diuretici, FANS, chemioterapici e antimalarici. L’indicazione alla loro somministrazione è chiaramente a disposizione del medico: quando necessari vanno usati. È importante però che chi assume il farmaco faccia attenzione a ogni sintomo di alterazione uditiva o dell’equilibrio (di cui è responsabile l’orecchio interno) e riporti subito tali sensazioni al medico curante.
Con queste poche accortezze è possibile proteggere il proprio udito per tutta la durata della propria vita, giungendo in tarda età con una buona qualità uditiva.
Fonte: Starkey Italia
Quando si parla delle patologie più comunemente associate all’invecchiamento spesso si pensa ad aterosclerosi, diabete e sindromi neurodegenerative ritenendo invece alterazioni dell’udito come l’ipoacusia un inevitabile fenomeno parafisiologico dell’età avanzata.
In verità la perdita uditiva correlata all’invecchiamento è legata a esposizione nel corso della vita a rumori forti e prolungati, stile di vita malsano, patologie che più o meno direttamente danneggiano l’orecchio e gli organi ad esso associati e assunzione di farmaci ototossici.
È importante avere consapevolezza di questi fattori di rischio perché, nonostante l’impoverimento sulle alte frequenze sia inesorabile, è possibile attuare una strategia di prevenzione che permetta di giungere in età avanzata con una buona soglia uditiva.
Come comportarsi quindi?
- Per quanto riguarda i rumori si deve fare attenzione a quelli di intensità superiore agli 85 dB (un tosaerba o il traffico stradale di mezzi pesanti, per intenderci). Più incrementa l’intensità del suono, minore è il tempo che ci si può sottoporre ad esso esenti da rischi lesivi. Concerti, discoteche e ambienti di lavoro rumorosi rappresentano spesso situazioni pericolose. La soluzione può consistere nell’utilizzo di protezioni come cuffie insonorizzanti o tappi otoprotettori, insonorizzazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro. Nel caso di esposizione lavorativa è buona norma fare anche esami audiometrici periodici di controllo perché l’andamento progressivo del deterioramento rende inizialmente asintomatica la patologia e impedendo un intervento tempestivo ed efficace nel contrastare le fonti sonore dannose.
- Relativamente allo stile di vita sono da evitare una vita sedentaria, il consumo di alcool, l’utilizzo di tabacco e sostanze stupefacenti. Diete ad alto contenuto calorico, grande apporto lipidico ed elevato indice glicemico hanno dimostrato una stretta correlazione con la perdita di capacità uditiva. Diete ricche di vitamine del gruppo B e antiossidanti hanno dimostrato invece una riduzione del rischio di sviluppo della patologia.
- L’attività fisica è fondamentale in quanto ha un effetto preventivo di ineguagliata efficacia su fattori che causano (e successivamente peggiorano) l’ipoacusia: le patologie cardiovascolari e il diabete.
Attenzione, però: durante lo sforzo muscolare possono fisiologicamente svilupparsi stati di ipossia che rendono l’orecchio ancora più sensibile a forti stimoli acustici. Si eviti quindi di sollecitare intensamente le orecchie ascoltando musica con cuffie o auricolari e di frequentare ambienti rumorosi mentre ci si allena.
- Un altro comportamento da evitare, questa volta in ambito igienico, è l’utilizzo di bastoncini di cotone per la pulizia del canale uditivo esterno: questi sospinge il cerume verso il timpano rischiando di lesionarlo e non facendo altro che indurre un aumento della secrezione di cerume stesso (quindi rendendo l’atto addirittura controproducente).
- Ritornando alle patologie che mettono a rischio l’udito ciò che si può fare, una volta sviluppatesi, è la completa adesione al piano terapeutico prescritta dal medico curante affinché la malattia sia tenuta sotto controllo, non si manifesti clinicamente e si minimizzino le alterazioni anatomo-funzionali patologiche dell’orecchio.
Specificamente per la prevenzione delle malattie infettive riguardanti l’orecchio esterno/medio, le indicazioni sono quelle di mantenere l’orecchio protetto da umidità (che favorisce infezioni micotiche), acqua sporca (vettore di infezioni batteriche e virali) e nel caso di immersioni di utilizzare appositi tappi protettivi.
- Infine i farmaci ototossici: si tratta di alcune classi di antibiotici, diuretici, FANS, chemioterapici e antimalarici. L’indicazione alla loro somministrazione è chiaramente a disposizione del medico: quando necessari vanno usati. È importante però che chi assume il farmaco faccia attenzione a ogni sintomo di alterazione uditiva o dell’equilibrio (di cui è responsabile l’orecchio interno) e riporti subito tali sensazioni al medico curante.
Con queste poche accortezze è possibile proteggere il proprio udito per tutta la durata della propria vita, giungendo in tarda età con una buona qualità uditiva.
Fonte: Starkey Italia