Antibiotico-resistenza: Dalbavancina il nuovo antibiotico
Molti i benefici per il paziente. L'utilizzo del farmaco somministrato una volta a settimana ha reso possibile il trattamento di queste patologie in ambito ambulatoriale senza dover ricorrere a prolungati periodi di ricovero", dichiara il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT
Si calcola che in Italia ogni anno 10.780 persone muoiano a causa di un’infezione da batteri antibiotico-resistenti. Si stima che entro il 2050, un totale di circa 450mila persone possa morire a causa dell’antibiotico-resistenza. In questo scenario così drammatico è più che mai indispensabile l'arrivo di nuovi farmaci in grado di contrastare questa autentica epidemia.
UN NUOVO FARMACO - La dalbavancina è un nuovo antibiotico commercializzato in Italia che si è dimostrato particolarmente attivo nei confronti dei batteri gram positivi, quali stafilococchi e streptococchi. Il farmaco, che è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche della cute e della struttura cutanea negli adulti, ha la peculiarità di una lunga emivita per cui può essere somministrato per via parenterale ogni 7 giorni.
"In questi giorni a Roma - spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali - si sono riuniti i principali esperti di terapia antibiotica per analizzare i dati che stanno emergendo dalla pratica clinica sull'utilizzo della dalbavancina nei principali centri ospedalieri italiani. I dati riportati dimostrano che, nei casi in cui la terapia antibiotica debba essere somministrata per diverse settimane (come per esempio nel corso di osteomieliti), l'utilizzo del farmaco somministrato una volta a settimana abbia reso possibile il trattamento di queste complicate patologie in ambito ambulatoriale senza dover ricorrere a prolungati periodi di ricovero".
"Questi esempi- aggiunge Andreoni - testimoniano come farmaci a lunga emivita come la dalbavancina possano permettere nuove strategie di trattamento dei pazienti con infezioni croniche, riducendo i tempi di degenza e quindi il soggiorno prolungato in ospedale che rappresenta spesso il fattore maggiore di rischio per infezioni nosocomiali con l'entrata in contatto con germi multiresistenti".
Si calcola che in Italia ogni anno 10.780 persone muoiano a causa di un’infezione da batteri antibiotico-resistenti. Si stima che entro il 2050, un totale di circa 450mila persone possa morire a causa dell’antibiotico-resistenza. In questo scenario così drammatico è più che mai indispensabile l'arrivo di nuovi farmaci in grado di contrastare questa autentica epidemia.
UN NUOVO FARMACO - La dalbavancina è un nuovo antibiotico commercializzato in Italia che si è dimostrato particolarmente attivo nei confronti dei batteri gram positivi, quali stafilococchi e streptococchi. Il farmaco, che è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche della cute e della struttura cutanea negli adulti, ha la peculiarità di una lunga emivita per cui può essere somministrato per via parenterale ogni 7 giorni.
"In questi giorni a Roma - spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali - si sono riuniti i principali esperti di terapia antibiotica per analizzare i dati che stanno emergendo dalla pratica clinica sull'utilizzo della dalbavancina nei principali centri ospedalieri italiani. I dati riportati dimostrano che, nei casi in cui la terapia antibiotica debba essere somministrata per diverse settimane (come per esempio nel corso di osteomieliti), l'utilizzo del farmaco somministrato una volta a settimana abbia reso possibile il trattamento di queste complicate patologie in ambito ambulatoriale senza dover ricorrere a prolungati periodi di ricovero".
"Questi esempi- aggiunge Andreoni - testimoniano come farmaci a lunga emivita come la dalbavancina possano permettere nuove strategie di trattamento dei pazienti con infezioni croniche, riducendo i tempi di degenza e quindi il soggiorno prolungato in ospedale che rappresenta spesso il fattore maggiore di rischio per infezioni nosocomiali con l'entrata in contatto con germi multiresistenti".
Fonte: Studio Diessecom